Roma. Il Ministero del lavoro e delle politiche sociali ha presentato il rapporto finale sugli affidamenti familiari e collocamenti in comunità con non poche sorprese. La Sicilia è risultata essere la regione in cui si allontanano più bambini dalle famiglie con una percentuale del 4,7 per mille, di poco superiore al valore della Liguria con il 4,6 per mille.
Queste due regioni sono “sole al comando” con un notevole distacco da tutte le altre. Infatti al terzultimo posto ci sono l’Umbria e l’Emilia Romagna con il 3,2 per mille mentre le regioni più virtuose sono l’Abruzzo, al primo posto con l’1,7 per mille, e la Campania e il Friuli-Venezia Giulia con l’1,8 per mille.
Il dato della Liguria non ci ha sorpresi poiché già nel 2004 aveva assunto un provvedimento di indirizzo per i servizi sociali in cui si dava rilievo agli “abusi psicologici” e nella classificazione delle forme di abuso era inclusa anche l’alienazione parentale. A nostro avviso, infatti, l’allontanamento coatto dei bambini dalle famiglie avviene spesso con la motivazione di “inidoneità genitoriale“ (frequentemente riconducibile a sottostanti motivazioni di natura economica o abitativa).
Questa motivazione ha aperto le porte in tutta Italia a innumerevoli abusi. Infatti tramite valutazioni – per loro stessa natura soggettive e opinabili – alcuni psichiatri, psicologi e assistenti sociali, con una formazione inadeguata o scarsa competenza in campo minorile o familiare, possono indurre il Tribunale per i minorenni a prendere provvedimenti drastici e drammatici, allontanando i figli alla famiglia, collocandoli in comunità tutelari per minori, mettendoli poi sotto indagine, analisi e quant’altro.
Ci ha stupito invece il dato della Sicilia. Infatti la Sicilia è molto attenta alla protezione dei diritti umani e alla fine del 2013, con deliberazione proposta dall’assessore alla Salute Lucia Borsellino, la giunta ha vietato l’uso dell’elettroshock come strumento terapeutico.
Da una prima analisi, nel 2010 sarebbe stata avviata una riorganizzazione dei consultori familiari al fine di ampliare e potenziare gli interventi sociali a favore delle famiglie, e non vorremmo che in tale riorganizzazione si sia dato troppo spazio ad aspetti di natura psicologica/psichiatrica che potrebbero aver portato alla “psicologizzazione” e “psichiatrizzazione” dei servizi sociali. A questo proposito, siamo certi che l’assessore farà un’indagine appropriata per capire che cosa è successo.
In sostanza però, il numero dei bambini allontanati è in lieve calo in tutta Italia e questo ci fa ben sperare per il futuro.