Un’altra sconfitta per la scuola italiana. È stato ritirato da scuola questa mattina lo studente dislessico dell’Istituto Ruffini di Imperia accusato dalla sua professoressa di essere “un disonesto” (clicca QUI). L’episodio ha segnato così profondamente il giovane che non sono bastati gli innumerevoli tentativi messi in atto sia dalla famiglia che dalla scuola per convincerlo a riprendere la frequenza delle lezioni.
Profondo disagio, paure e insicurezze hanno portato il giovane a decidere di non rientrare in quella classe che da tempo si prendeva gioco di lui e che, dopo la certificazione del suo problema, forse un po’ tardiva, non ha cambiato atteggiamento.
Anche il medico, che ha seguito il giovane negli oltre venti giorni dopo l’accaduto, ha certificato il suo stato di malessere e di sfiducia, sia nei confronti dei suoi compagni di classe sia nei confronti di alcune docenti che avrebbero dovuto sostenerlo e non rimproverarlo.
Era il 6 novembre scorso quando il giovane, dopo diversi giorni di assenza legati al rapporto conflittuale con la classe, viene chiamato fuori dall’aula da una professoressa che si occupa dei ragazzi con il suo problema (dislessia e disgrafia): riceve informazioni sul metodo di studio che i ragazzi con quel tipo di disturbo (sono circa 20 nello stesso istituto, ndr) adottano.
Una volta finita la conversazione, il giovane rientra in classe accompagnato dalla stessa professoressa che, con il suo assenso, informa l’intera classe e la docente presente in aula del problema del ragazzo e dei metodi di studio e di interrogazione a lui riservati.
A quel punto, secondo il racconto del giovane, l’insegnante che stava svolgendo la lezione avrebbe messo in dubbio la veridicità delle affermazioni della collega, seppur avvalorate da certificati medici precedentemente depositati in segreteria, insinuando che il giovane si servisse del disturbo di cui soffre per non studiare.
Ciò ha portato l’insegnante che si occupava del disturbo del ragazzo a recarsi immediatamente dal preside per raccontare l’accaduto ma, non trovandolo, ha riferito il tutto alla vice preside.
Secondo la ricostruzione del giovane, subito dopo il fatto venne interrogato dalla stessa docente che lo aveva ripreso e che, pur avendo l’allievo risposto alle domande correttamente dal punto di vista del contenuto, decide di dargli 4 in quanto “indeciso” nell’esposizione. Il brutto voto ha fatto andare in crisi il ragazzo che si è rifugiato in bagno piangendo e ha accusato un attacco di panico.
Ma quel giorno cos’è successo davvero? Sono stati presi dei provvedimenti? ImperiaPost ha contattato il preside Giovanni Poggio per chiedergli a che punto è il procedimento ispettivo da egli annunciato.
“Purtroppo questa mattina il ragazzo è stato ritirato da scuola. Siamo davvero dispiaciuti, se vorrà tornare sappia che noi lo aspettiamo. Nei giorni scorsi abbiamo chiarito molte cose e abbiamo fatto un grande lavoro di equipe, al quale ha partecipato anche un operatore sanitario, ma ciò non è bastato. Il giovane ha intenzione di proseguire gli studi privatamente”.
Sono stati presi dei provvedimenti nei confronti della professoressa che avrebbe proferito quelle frasi nei confronti del giovane?
“L’accertamento è ancora in corso, mancano ancora due tasselli per chiudere il cerchio, poi prenderò la mia decisione. Secondo le testimonianze raccolte sino ad oggi la vicenda si sarebbe rivelata meno pesante di quanto sembrasse. Forse alcune parole sono state equivocate, ora aspetto di leggere la relazione del giovane. Il fatto è che le versioni che sono giunte non collimano tra loro, ma sono certo che riusciremo a fare luce sull’episodio”.