Imperia. “Vado avanti nelle mie battaglie, vinceremo anche questa“. Queste le prime parole dell’ex ministro Claudio Scajola a pochi istanti dall’inizio di una nuova udienza del processo per i lavori a Villa Ninina, che lo vede imputato con l’accusa di finanziamento illecito. “Siamo nell’aula piccola – aggiunge ironico l’ex Ministro – perché si sono accorti che è una cosa piccola quella di cui stiamo discutendo? Finalmente lo hanno capito?“.
Dopo qualche istante di attesa, alla presenza del Giudice Maria Grazia Leopardi, ha preso il via processo. Il primo teste ad essere sentito è stato l’ingegner Gianluigi Pancotti: “Dopo essere stato incaricato di valutare la problematica a processo, ho compiuto una serie di accertamenti per valutare le conclusioni del lavoro fatto dal collega Cambiagio, quindi ho chiarito in termini economici l’importo dei lavori oggetto di valutazione secondo le stime dell’ing Cambiagio“.
“Gli importi si sono ridotti a 1 milione 432 mila euro. Dopo ho cercato di valutare le congruità dei materiali acquistati: l’ing Cambiagio ha concluso la sua valutazione dicendo che la somma dei materiali acquistati non era compatibile in quanto erano inferiori rispetto al necessario. Il collega, per un errore di trasmissione dati, ha infatti confrontato gli acquisti fatti per eseguire lavori che duravano 4 anni con quelli che dovevano invece essere comprati per 10 anni. E questo errore ha influenzato tutto il suo lavoro“.
“Poi ho verificato le quantità acquistate e coincidono, salvo piccole discrasie. Ci sono però delle cose che non mi tornano, come la stabilitura che è stata acquistata in grande quantità. E poi la rete elettrosaldata, che si compra a fogli. L’ing. ha moltiplicato il numero di fogli per due, invece andava moltiplicato per sei perché era 2×3. Parlando poi dei mattoni, l’ing ha usato il valore di 30 mattoni, quando invece ne servono circa 22 a metro quadrato, infine sugli intonaci l’azienda ha comprato 75 tonnellate di intonaco”.
“A mio giudizio esiste una congruità tra i materiali provvisionali e quelli utilizzati ‘una volta emendato l’errore della trasmissione dati dell’ingegner Cambiagio in merito ai lavori Arco” conclude Pancotti.
“Ho analizzato poi la valutazione di mercato delle opere. Abbiamo inserito dentro queste opere anche le opere che non sono state eseguite dalla Arco: opere in verde, realizzazione impianti elettrici, impianti fermo idraulici, fotovoltaico, piattaforma rotante, serramenti, infissi, tappezzerie, stuccature, pavimenti in legno. Queste opere sono state pagate dal committente quindi non possono essere computate ad Arco. Le ho così eliminate dal conteggio fatto dall’ing Cambiagio e scorporiamo 374 mila euro e l’importo dei lavori svolti da Arco ammonta 1 milione 58 mila euro a fronte di un fatturato emesso da Arco di 703.999 euro imponibile al netto Iva”
“Sono poi entrato nel merito e ho fatto delle valutazioni. Il metodo del collega porta a delle stime sintetiche delle singole lavorazioni in cui non è stata fornita l’identificazione dei manufatti conteggiati (come i metri quadrati dell’intonaco) e il prezzo unitario che ha usato lo ha dedotto e filtrato attualizzandolo alle diverse stagioni dei lavori svolti tra il 2004 e il 2008. Non ci fa capire come è stata fatta la stima, così ho pensato che il metodo non potesse funzionare per il nostro problema e ho così valutato le singole linee delle tabelle e per ciascuna ho espresso delle valutazioni”.
“La ricarica che l’impresa Arco ha ricavato da questo cantiere è il 17% che è un utile più che ragionevole e non presenta anomalie“.