Si è tenuto questa mattina il processo per usura e estorsione a carico di Andrea De Iaco, difeso dagli avvocati Giuseppe Caprioli di Torino e Nicola Ditta di Imperia. Il Pubblico Ministero Alessandro Bogliolo ha sentito come testimone l’ex assessore del Comune di Imperia e presidente dell’Imperia Calcio Antonio Gagliano, la cui testimonianza ha portato alla richiesta, da parte del Pm, di un’incriminazione per falsa testimonianza e calunnia.
“Io gestivo e gestisco un bar in via Cascione. All’epoca ero assessore alla Polizia Municipale, alla Sicurezza e ai Cimiteri con la Lega Nord. Ero anche presidente dell’Imperia Calcio che al tempo giocava in Promozione. De Iaco lo conoscevo perché era cliente del mio bar. Ero cosciente del fatto che De Iaco fosse un imprenditore che gestiva una discoteca.
I rapporti con De Iaco? Essendo presidente dell’Imperia Calcio andavo sempre in giro a rompere le scatole a tutti per chiedere se potevano sponsorizzarci. Parlando al bar gli dissi che se avesse sponsorizzato l’Imperia Calcio avremmo fatto un progetto. Gli dissi che avrei portato le mamme dei bambini nella sua discoteca per fargli rientrare i soldi della sponsorizzazione. Non se ne fece però niente”.
“Passò parecchio tempo. Rividi De Iaco e gli chiesi nuovamente della sponsorizzazione. Lui mi disse che non aveva più una discoteca, ma un’impresa e che ne avremmo potuto parlare. Alla fine lo convinsi. Ci accordammo per una sponsorizzazione pari a 20 mila euro. Tutto avvenne all’interno del mio bar in via Cascione. Dopo diversi giorni mi diede i 20 mila euro al bar, in contanti. Non stipulammo alcun contratto, avremmo dovuto farlo. Non ci accordammo per una eventuale restituzione. Quando presi i 20 mila euro vidi i miei collaboratori e gli proposi la sponsorizzazione. Le normali sponsorizzazioni erano di 2-3 mila euro. Ne chiesi 20 mila perché non avevo solo la squadra di Promozione, ma anche il settore giovanile con 300 bambini. I miei collaboratori mi dissero di lasciar stare perché c’erano in ballo altre due proposte. Del Gratta, che voleva entrare in società, e poi l’allenatore che aveva spiegato che avrebbe accettato l’incarico solo se avesse portato lui stesso lo sponsor. Non se ne fece più nulla.
“Dovevo dunque restituire i soldi a De Iaco. Lo incontrai. Io ormai avevo speso i 20 mila euro. Gli dissi, ti do a garanzia due assegni, poi ti darò i soldi. Gli dissi che per scusarmi del disturbo gli avrei fatto due assegni da 12.500 euro, per un totale di 25 mila euro“.
PM. Le faccio una contestazione. Lei quando venne sentito dai Carabinieri disse: “In quel periodo avevo necessità di denaro per alcuni ritardi da parte degli sponsor dell’Imperia Calcio. Chiesi i soldi a De Iaco. All’atto della consegna dei soldi gli dissi che avrei provveduto alla riconsegna del prestito in un mese, con l’arrivo dei soldi degli sponsor. Per quel prestito l’interesse era di 5 mila euro, dunque gli diedi due assegni da 12.500 euro“.
Faccio una formale contestazione. Giudice, le chiedo di spiegare al teste le conseguenze lesive della falsa testimonianza.
GAGLIANO
“Io chiesi una sponsorizzazione, non un prestito. Noi lavoravamo così. Ad esempio, sponsorizzava una pizzeria e noi chiedevamo alle famiglie di andare a mangiare in quella pizzeria. De Iaco aveva un’impresa di movimento terra. Alle famiglie avevamo detto che se avevano bisogno di fare qualche lavoro avrebbero potuto rivolgersi alla ditta di De Iaco”.
GIUDICE
Lei non ha la seconda elementare. Ha fatto l’assessore. I Carabinieri redigono un verbale che secondo lei è sbagliato e lei non dice niente?.
PM
Lei si sta guadagnando un processo per falsa testimonianza.
GAGLIANO
“Sul mio contocorrente non c’era la cifra intera da riconsegnare a De Iaco. Non avevo i soldi, ma decisi comunque di aumentare la cifra da riconsegnare perché stavano entrando delle sponsorizzazioni. I soldi delle sponsorizzazioni che entravano nel conto della società, li prendevo, una parte, e li davo a De Iaco. Gli assegni? Mai pagati. Furono messi all’incasso a mia insaputa. Mi disse la moglie di De Iaco perché mi ero comportato male con loro, ma erano protestati entrambi, non potevano essere riscossi. Con De Iaco non riuscii più a parlarci perché venne arrestato. Poi venne la moglie e mi disse che aveva necessità…“.
PM
La fermo per un’altra contestazione. Lei ai Carabinieri disse: “Passò un mese dal prestito, ma non avevo ancora il denaro. Contattai De Iaco e gli dissi che non ero in grado di onorare il prestito. Lui mi disse che poteva aspettare ancora un po’, ma di non farlo aspettare troppo“.
Le dico signor Gagliano. Le va bene che non esiste più l’arresto in flagranza per falsa testimonianza.
GAGLIANO
“Se lei mi vuol far dire che si trattò di usura, io le dico di no. Non ricordo se parlai con De Iaco o con la moglie. Ricordo che la moglie mi disse che avevano bisogno di rientrare. Alla fine diedi in totale a De Iaco 25 mila euro in contanti. Un pò li presi da miei, un pò dalle sponsorizzazioni dell’Imperia Calcio. Ne restituii 10 mila a De Iaco e 15 mila alla moglie, perché De Iaco era agli arresti domiciliari”.
PM
De Iaco la contattò prima che la contattasse la moglie?
GAGLIANO
“No”.
PM
Un’altra contestazione. Lei, Gagliano, ai Carabinieri disse: “De Iaco mi mandò una lettera dal carcere per ricordarmi del credito. La presi come una sorta di intimidazione. Chiamai la moglie e sanai il credito. Dopo essere rientrato dal prestito, De Iaco mi disse se potevo fargli una fattura di lavori fittizi al campo dell’Imperia Calcio per mascherare il prestito. Io dissi di no. Lui non mi chiese più niente“.
PM
Chiedo di di trasmettere subito gli atti e di procedere contro Gagliano per due reati: falsa testimonianza e calunnia. Lei Gagliano ha parlato di prestiti, di usura e di tassi di interesse. Prendo atto che lei oggi ha cambiato versione.