“La tutela della salute è prioritaria rispetto alla libertà d’iniziativa privata, soprattutto in presenza di principi giuridici consolidati e di dati statistici preoccupanti”.
Con questa motivazione il Tar della Liguria ha respinto il ricorso di un gruppo di esercenti di Imperia contro l’ordinanza comunale che limita gli orari delle sale da gioco dalle 10 alle 23. Nella sentenza della Seconda sezione viene ribadita la legittimità e la competenza del sindaco a regolamentare gli orari, come stabilito anche dalla Corte Costituzionale.
Nella sentenza viene enunciato un dato significativo relativo al numero di imperiese che nell’ultimo anno ha giocato almeno una volta con una slot machine. Più della metà, il 54%. Un dato che secondo il Tar non può passare inosservato all’amministrazione comunale, chiamata dunque a compiere “un bilanciamento tra le esigenze di liberalizzazione e di tutela della concorrenza e le esigenze di tutela di valori quali la salute, l’ambiente e i beni culturali”.
Nel dettaglio, secondo i giudici “immaginare che la libertà d’iniziativa privata possa sovrapporsi ad uno dei principi super-primari quale la tutela della salute stabilito dall’art. 32 della Carta Costituzionale, significherebbe non solo invertire un principio ermeneutico consolidato, ma ignorare un dato statistico, ormai preoccupante, sulla dipendenza patologica da gioco di parte non insignificante della popolazione (da 0,5 al 2,2%) e non considerare che se il 54% di tutta la popolazione del comune di Imperia ha giocato almeno una volta negli ultimi dodici mesi con una slot machine, l’Amministrazione locale e’ tenuta a compiere un bilanciamento tra le esigenze di liberalizzazione e di tutela della concorrenza e le esigenze di tutela di valori quali la salute, l’ambiente e i beni culturali“.