Il sindaco Carlo Capacci, l’assessore al bilancio Guido Abbo e l’assessore al commercio Enrica Fresia intervengono nuovamente per spiegare la loro posizione sulla vicenda Tares dedicando alcune righe ai vari soggetti interessati dalla tassa sui rifiuti.
ALLE ASSOCIAZIONI DI CATEGORIA: Anche se le tariffe TARES non le ha deliberate questa Amministrazione, siamo noi che vi abbiamo convocato per aprire un tavolo di confronto, proprio perché abbiamo visto che hanno effetti aberranti, oltre ogni misura e ragionevole previsione. Noi siamo nostro malgrado veicolo di questa follia, ma non possiamo comunque agire contro la legge. Alla fine della riunione di venerdì scorso ci siamo riaggiornati a giovedì prossimo, dicendo che avremmo studiato, ognuno per suo conto, per vedere se c’è un modo (legale) per ritardare i pagamenti alle categorie più colpite e nel frattempo approfondire insieme la normativa e i calcoli. E qualcuno di voi, invece di prendere in mano codici e calcolatrice, ha preferito la facile strada delle urla e della strumentalizzazione politica. Quelli che hanno trasceso tornino nel solco, il tempo che tutti noi stiamo perdendo per le polemiche è tempo tolto al lavoro serio.
AI PUBBLICI ESERCENTI: Facile: non fatevi strumentalizzare. Se ci sono strade legali per porre qualche rimedio alle aberrazioni della Tares, le percorreremo. Se non ci saranno, saremo al vostro fianco per cercare di fare cambiare le leggi. Ma, per favore, non pensiate che questa Amministrazione voglia uccidere per qualche suo losco fine i ristoranti e bar di Imperia, come qualcuno vuole farvi credere; abbiamo il massimo rispetto per chi lavora con fatica, per salvare un’attività che spesso è tutta la sua vita. E crediamo anzi che il rilancio di Imperia parta da voi, che potete essere il primo volano per far decollare il turismo e tutta l’economia della città. Sappiate però che abbiamo teso la mano alle vostre associazioni, per lavorare al loro fianco e cercare se esistono delle soluzioni, anche se non tutti hanno colto il messaggio.
AI CITTADINI: Gli esercenti hanno ragione ad essere disperati. Non cadiamo nei luoghi comuni riguardo ai commercianti evasori fiscali … adesso è una situazione drammatica, fare impresa (a qualunque livello) in Italia e ad Imperia è molto difficile, la vicenda Tares è la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Però non date ascolto agli urlatori, l’unico modo per uscire da questa situazione è tenere la calma e capire che molto spesso chi urla deve coprire qualcosa, con il suo rumore. Chi amministra questa città non ha mai preteso di essere onnisciente e onnipotente, deve scontrarsi con normative frustranti e contraddittorie, ma lo sta facendo con senso di responsabilità, impegno e umiltà. Lasciateci lavorare con calma.
ALLE FAMIGLIE: I nuovi meccanismi della TARES chiedono sacrifici anche a qualcuno di voi, soprattutto a quelle numerose. Normalmente però nel vostro caso gli aumenti non sono abnormi, a differenza degli esercenti, e per voi non è possibile fare nulla: salvo verificare eccezioni e casi particolare, dovrete pagare. Questa diversa distribuzione del costo dipende da scelte precise a livello centrale ed europeo di far pagare la tassa in proporzione ai rifiuti prodotti e questo, di per sé è una cosa che ha senso…. Una soluzione però c’è: lavorare tutti insieme per diminuire i rifiuti prodotti ed il costo del servizio, aumentando la raccolta differenziata. Noi del Comune staremo con il fiato sul collo al gestore del servizio, perché faccia ciò che è di sua competenza; voi da casa però, per favore, impegnatevi per una raccolta differenziata fatta bene… mettetevi anche voi a studiare, a insegnare ai vostri figli. La gestione della spazzatura è segno di civiltà, ma senza l’impegno di tutta la cittadinanza nessuna amministrazione e nessun gestore ne potrà venire a capo.
A NOI STESSI AMMINISTRATORI:
Non cadiamo nel gioco al massacro delle polemiche. Per quanto sia difficile, alle urla isteriche opponiamo silenzio e lavoro. La gente che ci ha votato non ha più voglia di rumore, ma non possiamo zittire il rumore altrui urlando più forte. Ma state tranquilli, i cittadini hanno capito lo stesso. Esistono in questo paese maggioranze silenziose che non ne possono più, come noi; se stiamo in silenzio, le possiamo sentire.