Sabato 25 aprile, presso il Teatro del Casino di Sanremo, alle ore 16, si terrà la presentazione del volume Palme di Liguria. Economia, paesaggio e significato simbolico nell’estremo Ponente ligure (secoli XIII-XX), curato da Claudio Littardi, edito da Carocci, Roma.
Il libro, che inaugura un’inedita prospettiva storiografica relativamente all’arboricoltura nel pur variegato filone italiano di studi sull’economia agraria, è il risultato del lavoro di sette autori afferenti ad ambiti scientifici anche molto diversi tra loro, che hanno compiuto ricerche basate su materiali in buona parte inediti, sotto la direzione di Alfio Cortonesi, già docente di Storia Medievale presso l’Università della Tuscia e tra i massimi esperti italiani di storia agraria.
Il saggio si apre con il corposo articolo di Claudio Littardi (Centro Studi e Ricerche sulle Palme di Sanremo), che rappresenta un vero e proprio trattato sulla diffusione, moltiplicazione e identificazione delle molte specie di palme presenti nell’estremo Ponente della regione, non rinunciando a evidenziare le tecniche di lavorazione delle foglie per gli usi rituali cattolici ed ebraici, con uno sguardo attento ad altre realtà mediterranee. Seguono i contributi di carattere eminentemente storico di Marco Cassioli (Università di Bucarest), sul paesaggio agrario medievale di Sanremo, punteggiato di svettanti palme, di Alessandro Carassale (Centro Studi per la Storia dell’Alimentazione e della Cultura Materiale “A.M. Nada Patrone” – CeSA), relativo alla raccolta e al commercio delle foglie tra età moderna e contemporanea, e di Daniele Lombardi (Università di Siena), che si sofferma sugli aspetti dell’arrivo a Roma delle foglie, sul loro utilizzo e sui rapporti plurisecolari tra la Riviera e la Città Eterna.
Al celeberrimo “Privilegio Bresca” dedica un apposito capitolo un erede della famiglia, Raffaella Bresca, la quale, attingendo al ricco archivio familiare, tratteggia i codici di questo antico onore, chiarendone i molti risvolti leggendari con l’isolamento, finalmente, dei soli dati storici. Chiudono il volume gli articoli di Saverio Napolitano e di Fulvio Cervini (Università di Firenze) incentrati rispettivamente sul fascino “attrattivo” della palma nell’esotico contesto paesaggistico locale ammirato dai primi turisti stranieri alla fine dell’Ottocento e sul significato simbolico della pianta nella pittura e nella scultura medievale.
Dai rilievi degli autori si evince come, a partire dal tardo Medioevo, la palma abbia rappresentato uno degli elementi più evidenti del paesaggio agrario dell’estremo Ponente ligure, in particolare della zona litoranea compresa tra Bordighera e Sanremo, rendendolo per molti aspetti inimitabile. La moltiplicazione delle palme ha trasformato, con il volgere dei secoli, questo spazio costiero e ne ha incoraggiato la lettura in chiave orientaleggiante fino a spingere i visitatori provenienti dal nord Europa a definire l’area come la Gerico d’Europa o addirittura la Palestina nuova. La notevole diffusione dei palmizi si spiega con una specializzazione produttiva: l’importanza commerciale delle sue foglie, richieste fin dal XIII secolo per la liturgia cattolica della domenica che precede la Pasqua oppure – assieme al frutto di cedro – per i rituali ebraici della “Festa delle capanne” o “Festa dei tabernacoli”. Ancora oggi Bordighera conserva le tracce di un palmeto storico di Phoenix dactylifera L. (palma da datteri) che si ritiene il più settentrionale dell’emisfero e dal quale si ricavano (come nel lontano Medioevo) le foglie cristiane, confezionate con tradizionali tecniche di intreccio e poi spedite a Roma, in Vaticano, per essere donate a Papa e Cardinali in occasione della Domenica delle Palme.