27 Dicembre 2024 04:15

27 Dicembre 2024 04:15

AGNESI, BILANCIO E TARES – L’intervento di Gianfranco Grosso e Mauro Servalli (Imperia Bene Comune). “La TARES rischia di distruggere il già sofferente tessuto economico produttivo della nostra città”.

Da sinistra Mauro Servalli e Gianfranco Grosso
Da sinistra Mauro Servalli e Gianfranco Grosso

Il gruppo consiliare di “Imperia Bene Comune” interviene sulla questione Agnesi e sul bilancio a seguito della discussione avvenuta nell’ultimo consiglio comunale.

“L’ultimo Consiglio Comunale – scrivono Gianfranco Grosso e Mauro Servalli –  ha affrontato una lunga serie di pratiche molto diverse tra loro, alcune approvate all’unanimità dal Consiglio, altre che hanno visto il gruppo Imperia bene comune su posizioni critiche. Ci preme un commento su quelle che riteniamo più rilevanti ai fini dell’interesse generale: la delibera sulla Agnesi e la discussione sul bilancio.

Il dibattito sull’Agnesi è stato proficuo e dagli esiti positivi. La delibera approvata all’unanimità non è certamente decisiva per scongiurare la chiusura del mulino, ma rappresenta un segnale chiaro che la città tutta ha voluto mandare al gruppo Colussi: la fabbrica non deve chiudere. E’ infatti fin troppo chiaro che l’annunciata chiusura del mulino, con effetti pesantissimi su operai e indotto, è solo l’inizio di un processo che porterà allo stop dell’intero stabilimento. La richiesta di aprire, assieme agli altri enti coinvolti, un tavolo con la proprietà per confrontarci circa le reali intenzioni di quest’ultima è il primo passo da compiersi rapidamente. Come abbiamo sottolineato nel corso della discussione, la politica deve fare il suo per creare le condizioni di sviluppo migliori per un marchio fortemente legato al territorio, promuovendo finalmente la creazione del Distretto Agroalimentare legato alla dieta mediterranea.

Questo permetterebbe, sicuramente, di sostenere il rilancio dell’attività e la promozione del prodotto. Condizione di partenza indispensabile è, però, la volontà del gruppo Colussi di portare avanti la produzione nella nostra città. I timori, rispetto a questo, sono molti, considerando la tendenza di una classe imprenditoriale italiana che ha venduto il ruolo sociale dell’impresa sull’altare della rendita e della speculazione. Per questo il Comune di Imperia deve utilizzare tutti gli strumenti a sua disposizione per tutelare gli interessi generali e forzare la scelta imprenditoriale. Abbiamo un’importante leva da utilizzare: quella edilizia, legata alla gigantesca speculazione denominata “La porta del mare”. Se il gruppo Colussi è intenzionato, infatti, ad arrestare la produzione e andare via da Imperia, deve sapere che non siamo disposti a dargli una buonuscita, ma, al contrario, abbiamo l’obbligo di mettere in discussione quel progetto, frutto certamente della politica del mattone operata dalle passate amministrazioni di centrodestra. Abbiamo quindi apprezzato l’impegno del Sindaco, che per una sera ha finalmente dismesso i panni dell’imprenditore per indossare quelli del Primo cittadino attento a difendere il bene comune.

La pratica sul bilancio, all’opposto, ha visto il voto contrario del gruppo Imperia bene comune. Il nostro, abbiamo spiegato, è stato un voto politico non tanto nei confronti delle scelte dell’Assessore, quanto piuttosto verso un quadro generale in cui i vincoli e le compatibilità economiche dettate dalle politiche di austerity stanno massacrando gli enti locali e i cittadini. Seicentomila euro di tagli a tutti i settori e l’impossibilità, da qui a fine anno, di mettere mano al portafogli per affrontare le situazioni di emergenza sociale più gravi nella nostra città: questo il risultato di ormai svariati anni di governo del partito delle larghe intese. Il meccanismo folle imposto dai tagli statali e dai vincoli del patto di stabilità, scarica irrimediabilmente i costi delle politiche europee e nazionali sugli enti più vicini ai cittadini, in particolare i comuni. Ne è una prova la stessa tragica situazione che i commercianti debbono sopportare oggi in merito al pagamento della TARES, che rischia di distruggere il già sofferente tessuto economico produttivo della nostra città. E’ ormai chiara a tutti l’insostenibilità di questo modello, ma siamo convinti che di fronte a questo non basti lamentarsi. Serve un’azione politica coraggiosa e incisiva, in cui i Sindaci e le Amministrazioni devono avere un ruolo centrale nel contrasto a queste disgraziate politiche economiche, facendosi promotori di azioni anche forti e di disobbedienza civile nei confronti delle normative statali in fatto di bilancio. Riconosciamo in questo la difficoltà delle altre forze politiche del Consiglio, tutte bene o male impegnate a sostenere il Governo delle larghe intese al servizio della finanza europea, ma siamo convinti che sia l’unica strada per garantire un minimo di libertà di manovra ai Comuni e la dignità dei cittadini. Perché se così non fosse, se non riusciremo a spezzare i vincoli ogni anno più pesanti, il nostro ruolo istituzionale diventerebbe inutile e potremmo tornarcene a casa lasciando le scelte in mano ai burocrati. Su questo aspetto il nostro gruppo si impegnerà, nei prossimi mesi, per una campagna di sensibilizzazione che già sta maturando a livello nazionale”.

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