“Da una cifra pari a circa 9180 euro ora dovrei pagarne 34.000 euro, non è fattibile. E non paghero“. Inizia così la conversazione cone Marco Russo, contitolare del Camping Piani di Imperia e prosegue a fiume tra rabbia e sconforto.
“Anche gli altri campeggi della zona hanno ricevuto una tares di questo genere, sono tutti sui 33.000 euro e sono cifre improponibili che la gente non vuole e non può pagare. Cifre che portano a chiudere a fine anno, ma non è la cosa da fare, noi dobbiamo lavorare per mangiare ma non possiamo permetterci di pagare questa tassa. O si adeguano come era negli anni scorsi, altrimenti non paghiamo, ma ribadisco non vogliamo nemmeno chiudere“.
“Non posso pagarla – prosegue il signor Russo – anche perchè mi chiedono di pagare più di quello che guadagno e non posso andare a fare una rapina in banca per portare i soldi al Comune. Se io ho un reddito di 80.000 euro mi levi le tasse e in più questo? Io cosa ho fatto, lavorato per te? Non mi rimane nulla. Con la crisi in cui siamo o mi fai chiudere o mi fai diventare un pirata, ossia si fanno delle azioni comuni proponendo a tutti i commercianti e gli italiani di non pagare più niente. Non si tratta di fare scioperi o fare manifestazioni, non si paga più. Altrimenti questa gente non capisce. Vorrei sapere perchè alle banche hanno aumentato le tasse de 4% e del 28% ai supermercati e a noi del 350% c’è qualche conto che non torna“.
“Manifesterò sicuramente insieme agli altri, ma bisogna fare delle azioni di forza più incise e più concrete: nessuno deve pagare. Dobbiamo comportarci come se la cartella esattoriale non fosse arrivata e poi far seguire tutto da azioni legali. Non c’è un senso logico, l’aumento è diverso ed è esagerata per il periodo in cui siamo. Accetterei, se andasse tutto bene a livello economico, un aumento del 20% ma questo è follia, fai chiudere e non si prende più niente nessuno. Diano la colpa anche al commissario che ha fatto questi aumenti ingiusti, ma allora tu, Giunta Comunale ti riunisci e poni rimedio, altrimenti cosa facciamo? La città collassa“.