24 Novembre 2024 17:49

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24 Novembre 2024 17:49

“IL RISCHIO PER I VIRTUOSI CHE PAGHERANNO LA TARES? L’ANNO PROSSIMO POTREBBE ESSERE MOLTIPLICATA A CAUSA DI UNA INESATTA REDAZIONE DI BILANCIO PREVENTIVO” – Il monito di Emilio Giacometti, presidente dell’associazione nazionale pizzaioli e titolare di Fra Diavolo a Diano Marina

emilio giacometti

“Anche noi abbiamo subito rincari sostanziosi per la Tares, da 4200 euro siamo arrivati a 7000 e, anche se non è tanto come è successo ad altri, la situazione resta gravissima“. Inizia così la conversazione con Emilio Giacometti, titolare della pizzeria Frà Diavolo a Diano Marian e  presidente dell’associazione nazionale pizzaioli

Quelli che hanno detto che le associazioni sono state convocate e non si sono mosse a dovere hanno ragione, ma solo fino a un certo punto perchè il problema non è tanto il fatto che le associazioni potevano fare di più, ma il fatto che la ragioneria del Comune doveva prevedere che questi aumenti avrebbero avuto un impatto economico e sociale pesante. La tares non è una tassa, ma una sanzione che ci viene ribalta a livello nazionale perchè stiamo pagnado delle multe che lo stato ha preso per i problemi di cattiva gestione dei rifiuti al sud. Il punto è che noi non siamo pronti a ricevere questa sanzione. Ecco perchè non la chiamo tassa sui rifiuti, è una sanzione, è il rimescolamento di una sanzione presa a livello nazionale e riversata sui cittadini. E poi, soprattutto, è iniqua, doveva essere distribuita meglio. E’ lì che bisogna agire, le associazioni di categoria le prendo di punta in questo momento perchè le varie Confcommercio non si sono mobilitate per capire come mai non pagano di più i supermercati o le banche”.

“Il problema dell’aumento – prosegue Giacometti –  è determinato da un fatto di indicizzazione del potenziale massivo che gli esercizi possono determinare nello smaltimento del rifiuto, questa però non è una decisione che ha preso il Comune da solo ma ha seguito i criteri della ragioneria dello stato che segue criteri determinati dalle holding.  Catene di supermercati con superfici enormi non state toccate nè dall’imu nè dalla tares, se avessero toccato loro le somme sarebbero state diverse”.

Stiamo pagando un adeguamento del 2013, non una tassa così a caso: l’adeguamento è determinato da cosa è successo nell’anno 2013. Per una anomalia della legge nazionale l’approvazione del bilancio può essere fatta fino a novembre del 2013. A questo punto anche i singoli Comuni possono fare un aggiornamento del bilancio preventivo al 30 novembre dell’anno corrente e hanno spedito le cartelle entro questa data per giustificare il bilancio preventivo, ma non è sicuro che riscuoteranno ciò hanno preventivato. A questo punto il rischio capitale che corrono le imprese virtuose che riusciranno a pagare è che il prossimo anno in base a quanto sarà stato veramente pagato si troveranno a pagare il doppio. Perchè, facendo un esempio, se un Comune aveva deciso di incassare 10.000 euro e ne incassa invece 5000 i 5 mancanti verranno caricati sui virtuosi che avevano pagato l’anno prima. Se fosse stato fatto su un calcolo pagabile avrebbe ragione di esistere, ma questo preventivo di bilancio 2013 potrebbe diventare un boomerang”.

Un impianto comunuale meglio organizzato avrebbe dovuto rilasciare il bilancio preventivo 2013 nel 2012 e su questo non ci sono scuse. Le associazioni devono attaccare questo punto di dissenso che esiste tra la legge che garantisce i comuni nell’aggiustamento dei conti della ragioneria e l’impatto che questo determina sul bilancio reale. Ora il vero boomerang è che se i commercianti capiscono che se non pagano in massa il comune salta, lo faranno anche solo per ripicca, comunque sulla base di questo impianto penso che ci possano essere gli estremi per presentare un ricorso al Tar in massa“.

 

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