Il candidato della Lega Nord in provincia di Imperia alle prossime Regionali e già presidente del consiglio provinciale interviene sulle differenza normative che riguardano i due Paesi in materia di attività e calendario venatorio. “I cacciatori in Italia e in Liguria troppo spesso penalizzati da etichette ideologiche dell’ambientalismo estremo. Chi pratica questo sport ama anche la natura e non è un nemico del territorio, se mai una preziosa sentinella del nostro entroterra”.
«I cacciatori liguri, specialmente quelli del Ponente, zona di confine con la Francia, sono ingiustamente penalizzati dalle norme assurde che in Italia regolamentano la caccia in maniera profondamente diversa da quelle che sono le norme in vigore nel resto d’Europa.
È assurdo che i cacciatori liguri, che pagano migliaia di euro di tasse ogni anno, rischiano di essere puniti per comportamenti che in Francia sono considerati regolari». Così dichiara Alessandro Piana, candidato della Lega Nord in provincia di Imperia alle prossime Regionali e già presidente del consiglio provinciale, che interviene sulle differenza normative che riguardano i due Paesi in materia di attività e calendario venatorio.
«Pochi chilometri oltre confine, in Francia – spiega Piana – il silenzio venatorio dura due mesi in meno rispetto all’Italia: per un cacciatore italiano scatta la sanzione penale, magari per alcune specie migratorie, mentre in Francia è tutto regolare. Anche sulle modalità di caccia, sia per strumenti e richiami, c’è una profonda differenza, che penalizza enormemente i nostri cacciatori a confronto con i colleghi di oltre confine.
Penalizzazioni enormi che oltre a essere profondamente ingiuste dal punto di vista del principio su cui si fondano – Francia e Italia non fanno parte della stessa Europa e pertanto non dovrebbero avere le stesse regole sulla caccia? – mettono a rischio sanzioni una categoria che, sebbene sia osteggiata dalla parte ideologica di una certa sinistra ambientalista, dovrebbe essere vista come una risorsa per il nostro territorio dato che svolge un prezioso ruolo di sentinella nell’entroterra. La Lega Nord in questi anni in Regione si è fatta portavoce delle legittime istanze, fondate sul buonsenso, dei cacciatori liguri: molti obiettivi sono stati centrati, ma è ancora lunga ancora la strada per ottenere regole uguali per tutti, regole che sappiano davvero promuovere comportamenti consapevoli a favore del nostro entroterra, sempre più abbandonato.
Noi non promuoviamo l’aggiramento delle norme, ma vogliamo che norme già attuate in altri Paesi, come in Francia a pochi chilometri da noi, siano condivise anche nel nostro Paese. È assurdo che in Europa ci siano cacciatori di serie A in Francia e di serie B in Italia.
La Liguria, come regione di confine, deve farsi portavoce per l’eliminazione di gap fasulli in questa materia che sebbene sia complicata può essere considerata a buon diritto come una pratica sportiva che per prima cosa rispetta le regole della natura e delle biodiversità».