Il nucleo di Polizia Tributaria, al termine di una complessa ed articolata indagine, ha denunciato 21 persone per i reati di riciclaggio, indebito utilizzo dei mezzo di pagamento elettronici, favoreggiamento all’immigrazione clandestina, abusivismo finanziario e truffa. In particolare, le indagini, anche di carattere tecnico, hanno permesso di scoprire un preciso “modus operandi” che aveva il suo fulcro in un pregiudicato locale, sottoposto al regime della semi-libertà presso la Casa Circondariale di Sanremo, e in un hacker, residente a Sanremo è domiciliato in Spagna sotto falso nome. L’abilità informativa di quest’ultimo permetteva di duplicare i codici pin di carte di credito di ignari titolari, sia italiani che esteri, c.d. “Sniffing”, tecnica informatica che consente di infiltrarsi anche nei più sofisticati sistemi interbancari allo scopo di clonare i codici di carte di credito internazionali. Con la complicità di altri indagati, titolari di esercizi commerciali, gli stessi effettuavano pagamenti a favore di questi ultimi per acquisti simulati, dietro la corresponsione di una percentuale. Tali transazioni, per un valore di circa 100 mila euro, sono state monitorate e bloccate dalle Fiamme Gialle di Imperia grazie al tempestivo intervento presso i diversi circuiti di pagamento elettronici internazionali.
A titolo dimostrativo si indica come tre imprenditori simulavano in una sola giornata.
– il titolare di una stazione di servizio di Imperia. Vendita di carburante per una somma complessiva di 16 mila euro.
– il titolare di un negozio di mobili di Taggia. Vendita di mobilio per un totale di 63 mila euro.
– il gestore di un hotel sardo, peraltro concittadino della “mente” del sodalizio. Prenotazione alberghiera per un totale di 19 mila euro circa. In quest’ultimo caso è stato accertato che la percentuale trattenuta al gestore è stata del 50% e la restante somma è stata distribuita mediante ricariche poste pay.
Degno di interesse il fatto che l’attacco informatico veniva indirizzato, per la maggior parte, verso carte di credito straniere (Canada, USA, Giappone, Nuova Zelanda ecc…) al fine di dilatare i tempi di comunicazione tra le polizie dei paesi interessati.
Oltre ciò, il denaro reperito ai danni di ignari titolari di carte di credito veniva utilizzato per alloggiare nei più prestigiosi hotel d’Europa, pagare biglietti aerei e soggiorni a New York, assicurazioni RCA di autovetture, noleggi di autovetture di alta gamma (Maserati, Mercedes) e ricariche telefoniche.
Nel corso delle indagini è emerso, inoltre, che il titolare della stazione di servizio, si è prestato, grazie alla notevole disponibilità di denaro contante, ad effettuare il “cambio assegni” per un totale di circa 2 milioni di euro dietro la corresponsione di una percentuale variabile tra il 5-10%. Uno degli imprenditori beneficiari è stato precedentemente arrestato per bancarotta fraudolenta dal Nucleo di Polizia Tributaria in altra indagine.
Le intercettazioni permettevano inoltre di accertare che gli indagati, al fine di trarne ingiusto profitto consistente in somme di denaro variabili dai 500 ai 3 mila euro, favorivano permanenza in Italia di cittadini stranieri irregolari attraverso la stipula di falsi contratti a datori di lavoro compiacenti.
Tra questi ultimi vi era un imprenditore agricolo operante nel settore floricolo facente parte degli organizzatori del sodalizio, che metteva a disposizione la propria azienda per effettuare false assunzioni.
Il tutto è stato possibile anche grazie all’opera di un sedicente consulente del lavoro che faceva da tramite tra l’organizzazione e un professionista che aveva la possibilità di accedere al sistema informatico del Ministero dell’Interno per l’invio on-line delle false pratiche di assunzione.
Gli imprenditori procedevano successivamente alla comunicazione del licenziamento degli extracomunitari una volta ottenuto il permesso di soggiorno.
LA VIDEO INTERVISTA AL COLONNELLO SANTIONI