Imperia. E’ previsto per venerdì 8 maggio alle 21, il concerto al Teatro Cavour del famoso musicista Uto Ughi. La sua storia comincia quando questo straordinario artista ha soltanto tre anni. II suo primo maestro, l’amico di famiglia Ariodante Coggi, gli mette in mano un violino minuscolo, e glielo lega al collo perché non cada. Nasce così uno dei più grandi talenti musicali del nostro tempo.
Questa sera, alle 19.15, al Ridotto del Teatro Cavour, è stato presentato il libro “Quel Diavolo di un trillo”, insieme a “Il violino romantico” ultima incisione discografica del Maestro. Il libro svela un inedito Uto Ughi, un uomo che, lontano dai riflettori, ama la letteratura, i viaggi e la natura, il silenzio consapevole e i luoghi del mito, dove poter ritrovare se stesso..
“Il libro merita veramente di essere letto, nobilita ognuno di noi – dichiara il dirigente Beppe Enrico – Sono molto felice ed emozionato di presentare il maestro Uto Ughi. Non voglio fare retorica, dico quello che sento e il maestro si è calato in un bagno di umiltà e lascia l’universo, il mondo e le emozioni al centro”.
Il maestro Ughi inizia così a presentare il suo libro, partendo dal titolo e raccontando la storia dell’opera di Tartini,il “Trillo del Diavolo”, cui si è ispirato per dare un nome al romanzo che è un insiem di piccoli racconti, incontri note. Dopo la presentazione il maestro ha dato appuntamento a tutti i presenti per domani, otto maggio, per il concerto che chiude la stagione teatrale del Teatro Cavour di Imperia.
BIOGRAFIA UTO UGHI
Chi è Uto Ughi (Busto Arsizio 1944) – Ughi è uno dei piú celebri violinisti del nostro tempo. Si è esibito in tutto il mondo, con le più rinomate orchestre sinfoniche e i più importanti direttori d’orchestra. La sua attività discografica è intensa e multiforme. Ha fondato i festival «Omaggio a Venezia», «Omaggio a Roma» e «Uto Ughi per Roma», impegnandosi per la valorizzazione della cultura italiana e dei giovani talenti.
Il 4 settembre 1997 il presidente della Repubblica gli ha conferito l’onorificenza di Cavaliere di Gran Croce per i meriti artistici. Nell’aprile del 2002 gli è stata assegnata la laurea honoris causa in Scienze della comunicazione. Suona lo Stradivari del 1701, appartenuto a Rodolphe Kreutzer, il celebre violinista a cui Beethoven dedicò una sonata, e il Guarneri del Gesú «Rose» del 1744, già proprietà di Arthur Grumiaux.