“Il servizio va anche pagato, ma che sia una cosa equa – spiega innervosito Luca Blengini, titolare dell’omonima panetteria a Porto Maurizio – il totale di quello che pagherò per la Tares è di circa 10.000 euro. Il servizio in sè va pagato, ma che sia una cosa equa. Dobbiamo manifestare tutti domani ed è una questione di sopravvivenza, non una scelta politica, per questo dobbiamo essere tutti uniti”.
“Noi speriamo solo che sia un errore – spiegano invece il padre di Luca, Franco Blengini e sua moglie, titolari della panetteria in Via San Giovanni a Oneglia – altrimenti poi cosa succede? Licenziamo i dipendenti e chiudiamo? Abbiamo un conguaglio di circa 6000 euro da pagare, siamo qui da vent’anni. Manifestare può essere utile, ma sono molto sconfortato – conclude il signor Franco – non ho fiducia che cambino le cose nel paese in cui viviamo”.
“Stanno sottovalutando il fenomeno e tutto ciò porta la gente all’esasperazione – continua Luca – non si vede un futuro, noi lavoriamo tanto e abbiamo anche delle famiglie, cosa facciamo? Se chiudiamo mandiamo a casa tutti e si rovinano delle vite. Parliamo tanto di turismo e poi non aiutiamo i commercianti. Le associazioni di categoria dovevano discutere di tutto questo prima che accadesse, non adesso. Noi ci siamo affidati a loro e non abbiamo fatto bene visti i risultati”.
“Anche se riuscissimo mai a pagare quest’anno, poi l’anno prossimo cosa facciamo? – conclude Luca Blengini – Testa o croce con i dipendenti? Se esce testa pago la spazzatura, se esce croce pago i dipendenti?”