RHO – (Miano). Non è un caso che la Liguria si presenti nel suo spazio a Expo nel Cardo Nord Ovest con la “libreria dei sapori”, una specie di scaffale che mette in mostra erbe, ortaggi, piante aromatiche che caratterizzano da sempre il “giardino sul mare” da Ventimiglia a Sarzana. Una dimostrazione di questa connessione forte tra i paesi di mare e l’immediato entroterra l’hanno data oggi, nella giornata dedicata ai sette comuni del Golfo Dianese, Pierangela Fierro e Natale Trincheri, gestori di un agriturismo.
Erborista lei, appassionato di etnobotanica lui e di tradizioni del territorio entrambi, hanno invaso lo spazio laboratoriale di verde e di profumi tirati fuori da una cesta di vimini. I visitatori sono stati invitati a premere tra le dita e annusare menta, maggiorana, timo, salvia e anche altre piante meno usate ma comunque facili da trovare in Liguria: finocchio e aglio selvatici, melissa, santoreggia.
Nella Liguria contadina di un tempo le piante non servivano solo in cucina. Le canne intrecciate servivano per fare le “vinse”, graticci su cui si facevano seccare i fichi. Il lattice dei fichi ancora freschi, invece, veniva usato per cagliare il latte. La canna (arundo donax) fino almeno agli anni cinquanta era anche un rimedio naturale contro gli eccessi della pertosse nei bambini: va tagliata, riempita di zucchero all’altezza degli internodi (le giunture visibili anche all’esterno) e dopo qualche giorno per osmosi si forma un richiamo di umidità dalle fibre che viene usato come sciroppo.
La “ginestra dalle coccole rosse” tagliata e raccolta a rametti con i suoi piccoli frutti veniva usata da filtro nel tino da mosto per non far passare le bucce dell’uva quando il liquido veniva versato. Nelle botti invece, tra una doga e l’altra si inseriva una foglia di “tifa angustifolia” per non far “imbarcare” il legno durante la stagionatura.
Questa e altre curiosità delle tradizioni sull’uso delle erbe e delle piante verranno raccontate anche domenica 31 alle 15.30 nella sala consiliare del Comune di Cervo.