Il Presidente Luca Ramone e tutti componenti del consiglio direttivo della Rari Nantes Imperia hanno rassegnato le proprie dimissioni. Si è chiusa così una giornata di roventi polemiche a seguito della decisione del consiglio direttivo, in contrasto con la linea indicata dall’assemblea dei soci, di sfiduciare il coach della Mediterranea Imperia Marco Capanna, ad oggi a un passo dal Cosenza, dopo aver bocciato il piano di gestione sportiva.
“La decisione – si legge in una nota stampa della società – è stata presa all’unanimità alla luce di quanto emerso nell’assemblea dei soci di ieri sera, nella quale erano emerse forti divergenze tra la posizione di alcuni soci e il direttivo stesso, in merito alla gestione futura della società e in particolare a quella della parte sportiva. Nel ribadire la piena fiducia verso il coach Marco Capanna per l’impegno profuso in tutti questi anni per il movimento della pallanuoto, si precisa che la situazione finanziaria della società imponeva al direttivo di mettere in evidenza le ulteriori difficoltà che sarebbero emerse successivamente. Il Consiglio rimarrà in carica per l’ordinaria amministrazione e convocherà, nei tempi previsti dallo statuto, una assemblea soci nei prossimi giorni per le decisioni che la stessa vorrà prendere”.
Nel pomeriggio, dopo le dimissioni del vicepresidente Guido Corradi, la protesta dei tifosi davanti alla piscina con tanto di raccolta firme per chiedere le dimissioni del consiglio direttivo e la conferma di Capanna, richiesta avanzata anche dall’assemblea dei soci con un documento scritto, le accuse durissime di Guidotti e Strescino, il presidente Luca Ramone ha convocato una conferenza stampa.
LA CONFERENZA STAMPA
LUCA RAMONE
“La vicenda si è generata ieri sera, quando non è stato approvato il budget presentato da Marco Capanna – ha esordito Ramone – Il quadro si si divide in questi termini. La società ha degli impegni con il Comune, ha degli impegni gestionali coi fornitori e una situazione finanziaria che deve essere in equilibrio. Questo è l’obiettivo che deve avere qualsiasi presidente. Nel caso di Rari Nantes si innestano pure dei problemi specifici che sono legati a una serie di perdite pregresse accumulate negli anni, che hanno reso la situazione finanziaria molto precaria e quindi con dei debiti che bisogna dichiarare da un lato, mentre dall’altro lato è stato rinnovato il contratto di gestione con il Comune, l’anno scorso, ma a determinate condizioni che sono state imposte dal Comune. Fra queste condizioni, inserite in determine dirigenziali e quindi ufficiali, e sono quelle che hanno poi spinto il Comune a fare il rinnovo, c‘è un piano delle manutenzioni per 1 milione e 100 mila euro e c’è l’impegno ad avere delta zero sullo sport, perché il Comune non vuole che il contributo venga utilizzato per finalità agonistiche”.
“Questo vuoldire che la Rari Nantes si deve concentrare, oltre che sulle cose che sa fare bene, in particolare la pallanuoto femminile, anche su tutti gli utenti di Imperia che vengono in piscina e che la devono trovare in condizioni ottimali. Oltre a questo poi c’è il mondo dello sport che deve sopravvivere, con i budget presentati da Marco noi non siamo in grado di garantire ne il delta zero dello sport e ne di mantenere l’impianto nelle condizioni in cui il Comune ci chiede di mantenerlo, ma non solo, non siamo in grado di effettuare i pagamenti, nel senso che, purtroppo, il budget che propone Marco ci mette in una condizione di illiquidità tale che dovremmo ad un certo punto dell’anno, intorno al mese di dicembre circa, secondo i nostri calcoli, bloccare i pagamenti di stipendi e dipendenti e giocatori, quindi una situazione che dal punto di vista finanziario è ingestibile. Noi abbiamo controproposto un budget diverso, ridimensionato rispetto a quello che propone lui, con la differenza stimabile tra gli 80 e i 100mila euro, nella miglior delle ipotesi, ed è quello che noi, come consiglio direttivo, vorremmo fare per mantenere in piedi il movimento sportivo. Quindi destinare delle risorse, tra i 150 e i 200mila euro, al mondo dello sport in modo tale che la pallanuoto di mantenga a un buon livello. Nel caso in cui Marco, come aveva parentato, non si fermasse, lui stesso per primo ci aveva indicato il progetto in parte ricalcato dal suo, alla Merci Stieber”.
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“Detto questo e considerata la situazione che si è creata, all’interno della società, la decisione del consiglio direttivo, nella massima trasparenza, è quella di convocare un assemblea dei soci, presentarsi dimissionari all’assemblea dei soci e in quella sede sarà poi l’assemblea a decidere quale strada percorrere, nel caso in cui non venga condiviso il cammino proposto da questo consiglio direttivo nell’ambito di questa situazione economica finanziaria. Si sta creando come sempre a Imperia una situazione distruttiva e non costruttiva, questa è la chiave di lettura che do io. I soggetti interessati sono soggetti che tengono a distrugge e non a costruire e non mi riferisco a Marco”.
“Se io avessi a disposizione più di un Marco Capanna probabilmente avremmo molti meno problemi in piscina e in città. Purtroppo però le sue ambizioni, le ambizioni di questa squadra, se quantificate monetariamente in questi termini, non sono adatte alle possibilità che ha questa società. E esporre la società al fallimento, vuol dire azzerare lo sport, ma vuol dire anche mettere i cittadini di Imperia nelle condizioni di avere un impianto che non possono utilizzare. C’è una situazione oggettiva che va al di la del cuore. Le emozione che mi ha dato la squadra femminile sono qualcosa di indescrivibile, però bisogna usare il buon senso e cercare di trovare una soluzione che sia condivisa da tutti , che tenga conto però di questi problemi, che secondo me sono prioritari. Perchè se una società non sta in piedi, a catena cade tutto il resto”.
“Una soluzione è quella di chiedere ai soci di finanziare questo delta che manca, in questo caso se i soci mettono mano al portafoglio in maniera significativa, allora può accadere che si possa aumentare il budget. Quello che non può accadere, purtroppo, è che le risorse destinate alla parte istituzionale commerciale vengano dirottate sulla parte sportiva, perché questo noi l’abbiamo sottoscritto con un contratto. La presenza di Capanna fa la differenza per questa piscina, tutti sono importanti, però la società è seria”.
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MARCO CAPANNA
“A fine anno si valuta quella che è la realtà, l’abbiamo valutata insieme, abbiamo cercato di metterci mano, cercando di trovare un compromesso, si è trovato numericamente un compromesso, ma non era quello che evidentemente poteva raggiungere la società. Ieri sera è stato deciso, a un’assemblea alla quale ho partecipato, che io potevo essere una rinuncia possibile in questo momento. Questa mattina al risveglio ho scoperto che era cambiato qualcosa, che il consiglio a cui avevo sempre fatto capo, aveva dato le dimissioni, quindi mi sono fatto delle domande. Se succedono queste cose vuoldire che non c’è una struttura tanto adeguata per ributtarsi di nuovo nel fuoco e rischiare e far rischiare, al contempo sono curioso di sapere che cosa è cambiato, perché per me è una scelta importante di vita, il sudore di 11 anni da allenatore, di 25 anni da giocatore e penso qualcosa di averlo dato, indipendentemente da quello che poi è stato il mio trattamento personale o sono le mie sensazioni”.
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