23 Dicembre 2024 13:38

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DENTRO LA SCUOLA DELLA “VERGOGNA”. IMPERIAPOST AL LICEO CLASSICO “DE AMICIS”:”MENTRE FACEVAMO LEZIONE GLI OPERAI…”/ FOTO E VIDEO

In breve: Uscendo dal complesso scolastico di piazza Calvi, dopo averne visitato i locali e aver incontrato insegnanti e studenti, si è pervasi da un sentimento di rassegnazione per un Paese, l'Italia, forse mai sprofondato così in basso.

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È difficile descrivere a parole le condizioni in cui versa il Liceo Classico De Amicis di Imperia. La professoressa Chiara Frassi ha provato a farlo inviando una lettera al Sole24Ore.Vorrei raccontarle come può morire una scuola” ha scritto nella sua missiva al quotidiano milanese. E in effetti, uscendo dal complesso scolastico di piazza Calvi, dopo averne visitato i locali e aver incontrato insegnanti e studenti, si è pervasi da un sentimento di rassegnazione per un Paese, l’Italia, forse mai sprofondato così in basso. Soffitti che cadono a pezzi, studenti e insegnanti che accusano malori per via delle polveri sollevate dai lavori di messa in sicurezza di alcune aule eseguiti a lezioni in corso, aule tecniche, come quelle di scienze e di informatica, inutilizzabili perché occupate stabilmente da classi sfrattate dalle proprie aule interessate dai lavori.

“I lavori qui sono iniziati all’improvviso, non ne sapevamo niente – racconta la professore Raffaella De Meo che ci ha fatto da Cicerone nel nostro viaggio all’interno della scuola Si figuri che io sono stata mandata via, insieme ai miei alunni, mentre stavo facendo lezione nell’aula di scienze. Ci siamo ritrovati in una situazione da teatro dell’assurdo. Facevamo lezione mentre gli operai buttavano giù i soffitti. C’era polvere dappertutto, alcuni tra studenti e insegnanti hanno avuto crisi asmatiche e problemi agli occhi per le polveri sollevate dai lavori. Uscivamo da scuola ricoperti da uno strato di polvere. Intere classi da un giorno all’altro sono state trasferite, alcune in aule tecniche, tipo l’aula computer, altre al piano di sopra, all’ITT. Ad un certo punto i lavori si sono fermati perché ne abbiamo chiesto l’interruzione. La situazione era insostenibile. Il fatto è che abbiamo il sentore che questo istituto, storico, di valore, sia destinato a chiudere, per essere trasferito altrove. Noi però vogliamo rimanere in questa struttura, vogliamo che venga garantito un servizio. Questa è una scuola che ha preparato un premio Nobel come Dulbecco, va preservata. L’anno prossimo avremo una Quarta Ginnasio in più, dobbiamo garantire ai giovani di questa città di potersi iscrivere al Liceo Classico. A Imperia, così come in tutta Italia, la manutenzione degli edifici scolastici dovrebbe essere programmata e articolata nel tempo. Non bisogna intervenire solo quando la situazione diventa insostenibile. “.

Durante il nostro sopralluogo incontriamo Carla Nattero, insegnante del Liceo e nota esponente politica locale di Sel. “Questo è un immobile antichissimo – spiega – La Provincia ha deciso di intervenire dopo i fatti accaduti a Sanremo, cercando di mettere in sicurezza per lo meno le situazioni più a rischio. Ma questa non è la soluzione. Se si vuole mantenere il Classico qui a Imperia la Provincia deve trovare i soldi, altrimenti questo stabile rischia seriamente di chiudere”.

Da una classe fa capolino la professoressa Milla Berio, una delle figure storiche del Liceo Classico di Imperia. “Credo che le vostre immagini parlino da sole – spiega – Bisogna solo rivolgere un grazie agli alunni e alle loro famiglie per il senso di responsabilità dimostrato. In altre realtà sarebbe successo il finimondo. Ci terrei a dire che a mio modo di vedere non importa di chi sia la colpa, l’importante è garantire un ambiente decoroso, perché attualmente non solo è indecoroso, ma anche inospitale. I problemi non iniziano adesso. Quest’inverno c’erano stati problemi con i riscaldamenti. I ragazzi erano usciti da scuola per protesta ed erano stato accusati di essere dei maramaldi. Io quella mattina a scuola c’ero e avevo le dita viola dal freddo. Questa è la scuola più antica di Imperia. O decidono di dare a questo liceo una sede degna di una scuola o ci dicano di starcene a casa. Spiace davvero vedere famiglie e ragazzi costretti a fare tutti questi sacrifici. Come possono iniziare i lavori dentro una scuola a maggio a lezioni ancora in corso? Credo che il Preside abbia fatto il possibile. Chi ha delle responsabilità in questa vicenda deve rendersi conto che sta giocando con ragazzi e famiglie. Siamo stufi di sentire il classico rimpallo di responsabilità. Lavoriamo con un costante senso di precarietà. Forse questo Liceo bisognava tenerlo più vivo quando ancora non c’erano problemi di bilancio. Un esempio su tutti, io sono entrata in questa scuola quando avevo 14 anni, ora ne ho qualcuno in più e gli appendini sono sempre gli stessi”.

Entriamo in una classe, è l’aula di informatica. I banchi sono uno attaccati uno all’altro in uno spazio strettissimo, quasi invivibile. Dentro gli studenti della 2A (quarto anno). “Siamo stati trasferiti nell’aula computer perché ci è stato detto che il soffitto della nostra classe era marcio e pericolante – raccontano – Ovviamente, in quanto occupata da noi, l’aula computer non è più utilizzabile. Facciamo lezione in una classe dove mancano le più elementari norme di sicurezza. Ci era stato detto che in una settimana saremmo tornati nella nostra classe, ma non è cambiato nulla. Noi siamo 16, i banchi sono stipati, non abbiamo quasi lo spazio per muoverci. I professori non hanno una cattedra e fanno lezione su un banco”.

A chiudere la nostra visita contattiamo il Preside Giovanni Poggio. “Si tratta di lavori di somma urgenza che la Provincia ha predisposto a seguito dei noti episodi a Sanremo – dichiara – Ho chiesto io di interromperli perché la situazione era assolutamente insostenibile. Stupisce il fatto che la Provincia possa aver solo pensato di eseguirli durante il regolare anno scolastico. Il lavori riprenderanno giovedì, a lezioni terminate e finiranno entro l’inizio del prossimo anno scolastico. La lettera a Il Sole 24Ore? Non me l’aspettavo”.

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