23 Dicembre 2024 17:43

23 Dicembre 2024 17:43

IMPERIA. IL SINDACO CAPACCI APRE LA CRISI DI MAGGIORANZA. AL VIA LE CONSULTAZIONI. SENTITI I “SOCIALISTI” E “AREA POPOLARE” / GLI SCENARI

In breve: Con ogni probabilità Capacci sarà costretto a rinunciare al suo progetto di giunta semi-tecnica a sei componenti magari ottenendo la "testa" di due o tre assessori poco produttivi.

GIUNTA CAPACCI

IMPERIA – Il sindaco Carlo Capacci ha ufficialmente aperto la “crisi di governo” e dato il via alle consultazioni. Nei giorni scorsi, infatti, il primo cittadino ha incontrato i socialisti di “Imperia di tutti, Imperia per tutti”, rappresentati in giunta dall’assessore all’ambiente Nicola Podestà e in consiglio da Riccardo Ghigliazza, e il rappresentante di Area Popolare/Ncd Alessio Saso, a cui farebbero riferimento i consiglieri comunali Simone Vassallo, Paolo Montesano, Giulia Gorlero e il presidente del consiglio Diego Parodi, oltre all’assessore Paolo Strescino. Il condizionale, però, è d’obbligo, perché i consiglieri comunali in quota Ncd, o almeno una parte di loro, potrebbero non seguire le direttive del partito a livello regionale. “Ci sarà una consultazione interna al partito – ha commentato il coordinatore cittadino Simone Vassallonoi chiederemo al sindaco una sorta di rinnovamento che ci permetta di ripartire. Sia chiaro che non ce l’abbiamo con nessuno in particolare ma con questo tipo di sistema. Strescino? Farà le sue valutazioni assieme al gruppo e in base alle motivazioni e al progetto amministrativo deciderà del suo futuro”. 

Nei prossimi giorni il primo cittadino dovrebbe incontrare anche i vertici provinciali e cittadini del Partito Democratico e Paolo Re, l’anima più politica del “terzetto critico” di Imperia Cambia. Quest’ultimo – contattato da ImperiaPost – conferma la volontà di essere della partita: “Chiederemo al sindaco Capacci di essere ricevuti per discutere con lui quelle che a nostro avviso dovrebbero essere le priorità del amministrative. Ci dev’essere un cambio di rotta soprattutto per quanto riguarda i rapporti tra l’esecutivo e i consiglieri comunali. Faremo un discorso sugli obiettivi da perseguire e nel caso ci dovesse essere un rimpasto vorremmo essere consultati”.

Parole forti quelle di Re che secondo alcuni “rumors” sarebbe pronto, nel caso in cui Capacci non dovesse prendere in considerazioni le sue rimostranze, a formare un gruppo autonomo assieme a chi ci starà: si parla dell’amica di scuola Natalia Riccò e del giovane architetto Ester D’Agostino e chissà che non si aggiunga a loro, nelle prossime settimane, anche l’espulso dei 5 Stelle Antonio Russo. I tempi di questa possibile, anzi ormai probabile, rivisitazione della giunta? Tre settimane al massimo. 

Ma chi saranno gli assessori che saranno sacrificati sull’altare della sopravvivenza dell’amministrazione Capacci? Colui che fino a qualche giorno fa era considerato come un intoccabile potrebbe decidere di fare un passo indietro. Stiamo parlando dell’assessore al bilancio Guido Abbo che secondo i “bene informati” non avrebbe più gli stessi stimoli del 2013 e potrebbe tornare a svolgere a tempo pieno la sua attività di commercialista. Anche Podestà potrebbe essere messo da parte anche se i socialisti, ad oggi, sono determinati a confermargli la fiducia e la “protezione”. Per lui potrebbe esserci una diversa assegnazione di deleghe, si parla della cultura. 

Gli assessori del PD, Zagarella, De Bonis, Chiarini e Risso dovrebbero essere dimezzati.

Quello che attualmente dovrebbe rimanere è Zagarella, “capo cantiere della città e autista apprendista degli autobus a idrogeno dell’RT. Per De Bonis, “aspirante agente stagionale della municipale”, il contratto di lavoro potrebbe terminare anzitempo per il mancato superamento del periodo di prova.

Per Fabrizio Risso l’esperienza amministrativa potrebbe terminare ma per lui, avvocato di professione, si potrebbero finalmente aprire le porte del palazzo di giustizia.

Per la bella Enrica Chiarini, ora che lo zio è stato rieletto in consiglio regionale, si prospetta un ritorno alla comunità dove era impiegata come educatrice.

Maria Teresa Parodi, ex Lega Nord oggi esponente di Imperia Cambia, dovrebbe restare anche perché in fondo la percezione del suo operato sembra migliore rispetto agli altri e Capacci dovrà fare i conti con la legge Delrio sulla rappresentanza di genere nell’esecutivo.

Enrica Fresia, la prof., sarà “rimandata a settembre” presso scuola dove riprenderà possesso di una cattedra e non più di una poltrona da assessore.

Capacci, manager di successo, in questi due anni di mandato ha capito che amministrare un Comune con altre forze politiche non è come amministrare una società. Per questo motivo sarà costretto a rinunciare al suo progetto di giunta semi-tecnica a sei componenti magari ottenendo la “testa” di due o tre assessori poco produttivi. 

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