25 Dicembre 2024 16:39

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IMPERIA. IL VIVAIO ITTICO DELLA LANTERNA BLU ABUSIVO? PER LA PROCURA NO, CHIESTA L’ASSOLUZIONE PER MASSIMO FIORILLO/ECCO PERCHÉ

In breve: Lo stesso ha fato il legale di Fiorillo, Erminio Annoni, che non si è avvalso dell'avvenuta prescrizione.

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Il vivaio ittico dello storico ristorante di Borgo Marina Lanterna Blu abusivo? Per la Procura no, tanto che questa mattina, nel corso dell’udienza che vede sul banco degli imputati per reati di natura edilizia e demaniale il titolare Massimo Fiorillo, il PM Mario Curcio ha chiesto l’assoluzione. Lo stesso ha fato il legale di Fiorillo, Erminio Annoni, che non si è avvalso dell’avvenuta prescrizione.

Il PM ha chiesto l’assoluzione in quanto sarebbe stata la società Save Group, sub concessionaria dell’Acquamare, incaricata della realizzazione del porto turistico di Imperia, a costruire il vivaio in una zona sottoposta a tutela paesaggistica ambientale senza le necessarie autorizzazioni. Costruzione del vivaio che si sarebbe concretizzata a fronte di accordi sottoscritti tra la proprietà della Lanterna Blu e il Comune di Imperia nell’ambito dei lavori di realizzazione dello scalo. Queste le risultanze delle deposizioni dei testimoni sfilato questa mattina in udienza davanti al giudice Caterina Lungaro.

ANTONIO FIORILLO (padre di Massimo Fiorillo, storico titolare del locale) “La Lanterna Blu ha aperto nel 1952. Io arrivai nel 1954, da quel momento è la mia famiglia che gestisce il locale, che è dotato di un vivaio ittico dal 1965. Il ristorante inizialmente lo conduceva mia moglie. Il vivaio ittico l’abbiamo mantenuto sino a che non ce l’hanno tolto nel 2008. Venni chiamato dal direttore generale della Porto di Imperia SPA Domenico Gandolfo. ‘Bisogna spostare il vivaio’ mi disse. Mi disse che avrei dovuto firmare la rinuncia al vivaio. ‘Io rinuncio’, dissi, e successivamente firmai un protocollo con il Comune di Imperia nel quale ci si accordava per una ricostruzione del vivaio, nell’ambito dei lavori di costruzione del porto turistico, in un’altra zona, non a mie spese. Consegnai le planimetrie alla Save Group. Nel 2009 mi le diedero chiavi per poter accedere al vivaio, a quello nuovo. Ho avuto le chiavi del vivaio sino al 2011, quando una mareggiata danneggiò l’accesso e venne riparata, ma non con una serratura. Misero infatti catena e lucchetto. La chiave del lucchetto non mi venne mai data. Non ho mai più potuto accedere al vivaio. Il Direttore della Porto di Imperia SPA non me la voleva dare. Io dissi, ‘se non mi date la chiave io chiamo i Carabinieri’. Lui mi disse, ‘si figuri se i Carabinieri si preoccupano di lei’. Il nuovo vivaio non ha mai funzionato. Quando potevamo accedere, lo riempimmo di pesci, ma ci accorgemmo subito che non funzionava, era stato costruito male e i pesci morivano”.

CARLO CONTI (EX DIRETTORE GENERALE PORTO DI IMPERIA SPA) “Quando venne demolito il molo corto, venne distrutto anche il vivaio della Lanterna Blu. Venne poi ricostruito e i titolari del locale fecero un accordo con il Comune per trasferire il vivaio in un’altra area. La Porto di Imperia SPA affidò i lavori di realizzazione del porto all’Acquamare, compreso il vivaio. Tutto doveva svolgersi sotto il controllo del direttore delle opere a mare, l’ing. Castellini”. Il giudice ha rinviato per le replica e per la lettura della sentenza alla prossima settimana”.

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