Finirà con una richiesta di risarcimento danni e con l’avvio di un’inchiesta interna la vicenda che ha visto protagonista la 33enne imperiese Vincenza Piccinini, ingiustamente detenuta dal 16 al 18 aprile scorsi presso il carcere di Genova Pontedecimo a seguito di un ordine di esecuzione emesso dalla Procura di Imperia per via una sentenza di condanna a diversi anni passata in giudicato senza che l’avvocato difensore ne fosse stato informato, impedendogli, di fatto, di presentare ricorso in appello.
“Questa mattina – spiega a ImperiaPost l’avvocato Mario Leone – era presente anche il presidente del Tribunale Aschero, a dimostrazione del senso di responsabilità. Nel corso dell’udienza è emerso che è stato disposto un controllo in cancelleria per verificare quando è stato inserito il deposito dell’avvenuta sentenza. È stata una ricerca complicata, con richiesta di autorizzazione al Ministero. È stato attestato che la sentenza di condanna è stata depositata non il 12 dicembre, ma il 14 gennaio. Io non sono mai venuto a sapere del deposito della sentenza. Chi ha messo il timbro e inserito il documento nei sistemi del Ministero, ha dimenticato avvisare i legali che, lo ricordo, hanno 30 giorni di tempo dal deposito della sentenza per presentare appello. Questa mattina l’ordine di esecuzione è stato annullato e sono stati concessi 30 giorni per presentare appello”.
“La mia istanza, dunque era fondata – conclude Leone – Il PM quando ha disposto l’ordine di esecuzione ha firmato un documento secondo cui la sentenza di condanna era stata depositata il 12 dicembre e non, come poi attestato, il 14 gennaio. L’ordine di esecuzione, dunque, è nullo. Certamente chiederemo un risarcimento danni al Ministero e credo che verrà aperta un’inchiesta interna al Tribunale per comprendere le cause di un disservizio che, a mio modo di vedere, è stato causato dall’accorpamento dei Tribunali”.