23 Novembre 2024 03:12

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23 Novembre 2024 03:12

CASO TARES – IL PRC: “Capacci si assuma la responsabilità e chiarisca ai cittadini che dovranno pagare la tassa per intero”. Sullo sfogo di Strescino: “Comportamento deplorevole”

coccodrillo

“La vicenda Tares mette ulteriormente in evidenza come la ristrutturazione neoliberista, imposta dalle istituzioni dell’Unione Europea e attuata in Italia dai governi Monti e Letta, scarichi i suoi effetti devastanti soprattutto sui lavoratori, sulle fasce più deboli e sui piccoli commercianti”.

A scrivere è il circolo “Stenca Binon” di Rifondazione Comunista di Imperia. “È una tassa ingiusta, – proseguono gli esponenti del PRC – in quanto non è minimamente legata al principio per cui chi più produce rifiuti più paga, rischiando così di disincentivare la raccolta differenziata, con un conseguente aumento dei costi di smaltimento.

Da molti anni il Partito della Rifondazione Comunista si batte in tutta la provincia per una politica verso “Rifiuti Zero”, che abbatterebbe i costi in questione, basata sui seguenti punti:

1 separazione alla fonte, responsabilizzando famiglie ed imprese

2 raccolta porta a porta

3 compostaggio domestico e comprensoriale

4 riciclaggio mediante la realizzazione di piattaforme impiantistiche

5 riduzione dei rifiuti anche con specifici accordi con la grande distribuzione e l’eventuale utilizzo della leva fiscale sugli imballaggi

6 riuso e riparazione: realizzazione di centri per la riparazione, il riuso e la reimmissione nel mercato di mobili, vestiti, infissi, sanitari, elettrodomestici; questa tipologia di scarti ha un grande valore economico in grado di creare impresa ed occupazione, come ampiamente dimostrato da molte esperienze nel mondo

7 tariffazione puntuale sulla base della produzione effettiva di rifiuti non riciclabili da raccogliere

8 recupero dei rifiuti: realizzazione di un impianto di recupero e selezione dei rifiuti a valle della raccolta differenziata anche per impedire che rifiuti tossici possano essere inviati nella discarica pubblica transitoria.

Così in un paio di anni sono passate, da una raccolta differenziata inferiore al 30%, ad una differenziata fra il 70 ed il 90%, città che contano milioni di abitanti, come San Francisco, Los Angeles, San Diego, San José, Oakland, Fresno, Obispo in California; la contea di Boulder (Colorado); Seattle (Washington); Austin (Texas); in Australia Canberra; in Canada Halifax, tutta la Nova Scotia e la Columbia Britannica, Toronto, Vancouver; il 65% dei comuni della Nuova Zelanda, e poi Buenos Aires e Rosario in Argentina, molte città in India, nelle Filippine (uno stato che ufficialmente ha messo al bando l’incenerimento dei rifiuti) in Giappone, Regno Unito e Italia (80 comuni).

Ma noi no. Dopo decenni di discariche “in house” e incenerimento fuori provincia (dei veri signori!) la provincia di Imperia, costretta da Regione Liguria, Stato Italiano e UE a redarre un nuovo Piano Provinciale Rifiuti, ha rifiutato tutte le opportunità che una visione moderna, efficace, conveniente, sostenibile ambientalmente ed in grado di creare centinaia di nuovi posti di lavoro stabili le offriva. Nessuna scelta a favore della raccolta porta a porta (la sola in grado di responsabilizzare davvero i cittadini, e di diminuire i costi), ma una semplice (ed onerosa) separazione secco/umido in un impianto che per diversi anni non sarà in funzione, ed una colpevole predilezione per i cassonetti stradali che, come chiunque può osservare, oltre all’indecorosità, garantiscono lavoro a inceneritori e discariche, giacché nessuna impresa di riciclo è disposta ad acquistare come riciclabile del materiale sporco ed assolutamente eterogeneo.

Tutto questo però non può essere un alibi per l’amministrazione comunale che, avendo avuto tutto il tempo necessario per prendere atto della situazione, avrebbe potuto, come avvenuto in altri comuni, modificare le tariffe entro il 30/11/2013. Inoltre tutte le forze politiche della maggioranza, oltre a Forza Italia, che oggi grida allo scandalo, corrispondono alle forze politiche che a livello nazionale, in Parlamento nel 2011, hanno dato via libera senza opposizione all’introduzione di questo iniquo balzello.

È quindi opportuno che l’amministrazione Capacci si assuma tutte le responsabilità del caso, chiarendo che ad oggi la tassa, seppur congelata, andrà comunque pagata per l’intero ammontare previsto, dal momento che il Comune non può più modificare le tariffe e ammetta la grave mancanza, invece di continuare a scaricare le colpe su altri come avvenuto in questi giorni.

È inoltre auspicabile che chi rappresenta ruoli istituzionali in seno al Consiglio Comunale non si abbandoni a comportamenti deplorevoli, come avvenuto in occasione dell’incontro con i commercianti”.

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