24 Novembre 2024 06:35

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24 Novembre 2024 06:35

L’ASL CHIUDE IL CENTRO DIALISI. LA PROTESTA DEL GRUPPO “UNITI PER PIEVE DI TECO”: “ENTROTERRA SEMPRE PIU’ ABBANDONATO A SE STESSO”

In breve: Renzo Brunengo e Alberto Molinari del gruppo consiliare “Uniti per Pieve di Teco” hanno inviato una nota stampa per manifestare il proprio disappunto per la chiusura del centro dialisi a Pieve di Teco

RenzoBrunengo

Renzo Brunengo e Alberto Molinari del gruppo consiliare “Uniti per Pieve di Teco” hanno inviato una nota stampa per manifestare il proprio disappunto per la chiusura del centro dialisi a Pieve di Teco.

“Entroterra sempre più abbandonato a se stessosi legge nella nota Il centro dialisi di Pieve di Teco ha cessato di svolgere la sua funzione di cura da oltre un mese e non se ne conoscono i motivi. Il centro fu istituito per soddisfare le esigenze dei malati della Valle Arroscia ed della vicina Valle Impero. Nonostante i gravi disagi causati dalla chiusura l’amministrazione comunale non ha promosso alcuna protesta e presa di posizione pubblica.
C’è l’urgente necessità di agire per tutelare veramente gli interessi non solo di Pieve, ma di tutto il territorio della Valle e di coloro che vi risiedono. La chiusura della dialisi è solo l’ultimo grido di allarme. Le realtà su cui è necessario incidere sono sotto gli occhi di tutti : Servizi di trasporto pubblico inesistenti o mal gestiti, strade in totale abbandono, centro per la raccolta differenziata di Pieve da oltre sette anni finanziato e mai realizzato con costi triplicati della bolletta della spazzatura, promozione turistica e del territorio inesistente. A fronte di questa situazione i pievesi sono chiamati a pagare le tasse comunali più alte di tutta la Valle. Il ruolo storico di capitale della Valle, di volano di tutto il territorio, ogni giorno che passa viene sempre meno.
Siamo cittadini come tutti gli altri e chiediamo gli stessi servizi. Noi siamo presenti, ed il nostro appello è rivolto a coloro che questi servizi devono assicurare. Non per ottenere privilegi ma, semplicemente, da normali cittadini, per vedere riconosciuto ciò che ci spetta”.

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