“Ho ritirato derrate alimentari della Agea. Le ho portate in parrocchia e le ho consegnate ai bisognosi. Prima agli italiani, poi agli extracomunitari”. Lo ha dichiarato questa mattina in Tribunale a Imperia Don Marco Michalski, parroco di Ranzo, nel corso del processo che vede sul banco degli imputati con l’accusa di truffa aggravata Don Ruggero Badiale e Domenico D’Elia, rispettivamente presidente e vice presidente della Residenza Opera Cuore Immacolata Di Maria di Borghetto d`Arroscia. Don Marco Michalski era stato citato in aula come teste dalla difesa in quanto in più occasioni si era recato a Borghetto d’Arroscia per ritirare derrate alimentari da Don Ruggero Badiale per poi distribuirle ai propri parrocchiani bisognosi.
Una dichiarazione forte, in un momento storico in cui il dibattito sui diritti degli extracomunitari, sia in Italia che ad Imperia, è molto acceso. Sull’argomento ImperiaPost ha contattato Don Antonello Dani, parroco a Piani di Imperia. “Non credo che quella di Don Marco volesse essere una presa di posizione contro gli extracomunitari – ha dichiarato Don Antonello – quanto piuttosto un riferimento a quella che è oggettivamente la situazione attuale che, rispetto a una decina di anni fa si è capovolta. Nella mia parrocchia ad esempio gli italiani che chiedono aiuto in parrocchia sono il doppio rispetto agli extracomunitari. In particolare sono gli anziani che non riescono più ad arrivare a fine mese”.