IMPERIA – Il Pm Paola Marralli ha aperto un’inchiesta sulla tragica scomparsa dell’imprenditore Mauro Feola, morto annegato nel tentativo di salvare dalle acque il figlio di quindici anni. Concorso in omicidio colposo. Questa l’ipotesi di reato, con particolare riferimento alla tempestività dei soccorsi. In pratica la Procura della Repubblica vuole capire se realmente, come dichiarato da più testimoni, Mario Feola si potesse realmente salvare.
A sostenere la tesi del mancato soccorso, quando l’uomo era già in difficoltà ma ancora vivo, almeno due testimoni oculari, pronti a confermare la propria versione dei fatti davanti alle autorità inquirenti. Anche il figlio di Feola, Alessandro, sarà sentito dagli inquirenti per ricostruire nei minimi dettagli quei drammatici momenti. Da un primo esame del corpo da parte del medico legale Claude Orengo le cause della morte sarebbe riconducibili ad annegamento.
La tesi dei bagnini dello stabilimento balneare Papeete Beach, di fronte al quale è spirato Feola (che però si era gettato in mare all’altezza del Pennello) è quella di un intervento di soccorso inattuabile per le ostiche condizioni del mare. In pratica non ci sarebbero state le condizioni di sicurezza per gettarsi a mare senza rischiare la propria vita.
Al momento della tragedia al Papeete Beach era issata la bandiera rossa (divieto di balneazione). Una condizione tale da consentire ai bagnini di non intervenire? Sarà il sostituto Procuratore Paola Marrali, così come il medico legale Claude Orengo, a cercare di dare una risposta ai molti interrogativi sulla morte di Mauro Feola.