23 Novembre 2024 02:26

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23 Novembre 2024 02:26

IMPERIA. IN CONGEDO PER ASSISTERE FAMILIARI INVALIDI, IN REALTÀ ERANO IN VACANZA ALL’ESTERO. DENUNCIATE PER TRUFFA DUE DIPENDENTI ASL /I DETTAGLI

In breve: I finanzieri di Imperia, nell’ambito di mirati servizi a tutela della spesa pubblica nazionale, hanno individuato e denunciato due dipendenti dell’Asl, responsabili di essersi recate in vacanza con la “copertura” di aiutare familiari che necessitavano di assistenza.

guardia di finanza

I finanzieri di Imperia, nell’ambito di mirati servizi a tutela della spesa pubblica nazionale, hanno individuato e denunciato due dipendenti dell’Asl, responsabili di essersi recate in vacanza con la “copertura” di aiutare familiari che necessitavano di assistenza.

L’attività condotta ha consentito di appurare come, negli anni 2012 e 2014, le due lavoratrici abbiano effettuato dei lunghi periodi di vacanza usufruendo, in luogo delle ferie, di specifiche assenze dal lavoro, previste dalla legge per assistere familiari con patologie invalidanti. Ciò in base a quanto disposto dalla Legge 104 del 1992, che disciplina queste casistiche, specie “qualora la minorazione, singola o plurima, abbia ridotto l’autonomia personale, correlata all’età, in modo da rendere necessario un intervento assistenziale permanente, continuativo e globale nella sfera individuale o in quella di relazione”.

Accertamenti hanno consentito di appurare come le dipendenti Asl si siano recate in vacanza all’estero, talvolta in altri continenti, per considerevoli periodi di tempo e per motivazioni personali e sentimentali. Tutto, talvolta, avveniva anche con dovizia di particolari, pubblicando aggiornamenti sui profili “Facebook”. E’ stato accertato che l’Asl, ignara delle reali modalità di percezione del beneficio, ha concesso dei periodi di congedo retribuito alle dipendenti che ne hanno fatto indebita richiesta, continuando a corrispondere stipendi per 25.000 euro circa.

Le due dipendenti sono state denunciate per violazione dell’articolo 640 comma 2 numero 1 del codice penale, che prevede la reclusione fino a cinque anni e la multa fino a 1.549 euro.

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