Sono 82 in tutta la Liguria gli agenti ed ufficiali delle polizie provinciali. Svolgono compiti di sorveglianza per il rispetto di una vasta serie di disposizioni statali e regionali in materia di tutela dell’ambiente (ciclo rifiuti e discariche abusive, inquinamenti, circolazione fuoristrada, tutela della flora e del paesaggio, edilizia, tutela acque pubbliche, ecc.), polizia stradale nella rete extraurbana provinciale, vigilanza in campo faunistico-venatorio e controllo degli ungulati selvatici che arrecano danno all’agricoltura.
Un, seppur molto cauto, sospiro di sollievo per la salvaguardia di tutte queste importanti funzioni svolte dal personale delle polizie provinciali liguri, giunge dopo le modifiche approvate lo scorso 4 agosto dalla Camera dei Deputati, con la definitiva conversione del Decreto-legge n. 78 recante “Misure urgenti in materia di enti territoriali”.
Viene fortemente ritoccata la previsione iniziale di destinare tutti questi dipendenti alle polizie municipali (stesso contratto ma mestieri diversissimi).
Queste in sintesi le novità (con la nuova riformulazione dell’art. 5 del c.d. DL “enti locali”, in attesa di pubblicazione in gazzetta ufficiale):
– i comuni potranno assumere vigili urbani stagionali, con contratti a tempo determinato sino a 5 mesi di durata, senza più dover attingere dal personale delle province, come curiosamente previsto dalla prima versione governativa del decreto-legge;
– le 3 province liguri (IM, SV, SP) e la nuova Città Metropolitana di Genova dovranno individuare il personale di polizia provinciale necessario per l’esercizio delle funzioni fondamentali rimaste in capo agli enti di area vasta (tutela dell’ambiente, regolazione della circolazione stradale), senza più doverlo classificare come “soprannumerario” ovvero destinabile alla mobilità verso i comuni;
– la Regione, entro il 31 ottobre, nell’ambito dei processi di riordino delle funzioni delle Province (la Regione Liguria aveva già assorbito dal 1 luglio le funzioni e personale provinciale della formazione, della difesa del suolo, della caccia e pesca) potrà riallocare presso le sue strutture altro personale di polizia provinciale, ad esempio quello delle funzioni di vigilanza su caccia e pesca, come ha già fatto la Lombardia due mesi or sono;
– il personale di polizia provinciale non individuato come necessario dalle province, o non “riallocato” dalla Regione, dovrebbe invece essere destinato alle polizie municipali, dopo il 31 ottobre.
Ma dati i numeri del personale interessato, l’Associazione Italiana Agenti e Ufficiali di Polizia Provinciale (AIPP), che si batte da tre anni per evitare la dispersione di questo patrimonio professionale, confida che tutti gli enti interessati individuino ed adottino soluzioni che consentano, con il già scarso personale interessato, la prosecuzione di funzioni specializzate di controllo e polizia ambientale.
Si ricorda che l’art. 19 della legge 157/92 sulla caccia è rimasto inalterato, ed assegna principalmente agli agenti provinciali il compito di provvedere al controllo degli animali selvatici che arrecano danno all’agricoltura, tipicamente i cinghiali.
Più netta sembra la situazione nella Città Metropolitana di Genova, ove gli agenti hanno ottenuto dal TAR Liguria un’ordinanza di sospensione cautelare delle delibere che li classificavano come “soprannumerari”, atteso che le loro funzioni sono strettamente connesse ai compiti rimasti in capo all’ente di appartenenza.