Il grande trombettista torinese si presenta sul palco dei Corallini con una formazione di giovanissimi e riesce a stupire la platea gremita di Cervo.
Lanciati sin dalle prime note lungo un’autostrada di sonorità proprie del classico jazz di Rava, ma pronti ad entrare in una virtuale e repentina corsia di sorpasso per superarsi con parentesi rock o un’avanguardia elettronica inaspettata, per poi, nello spazio di un attimo, rientrare negli stilemi più tradizionali, come se non fosse accaduto nulla.
Rava lascia spazio all’estro di Gabriele Evangelista e ai ritmi ricorrenti e incalzanti del suo contrabbasso, a Francesco Diodati e alla sua chitarra con cui campiona suoni che sovrappone progressivamente gli uni agli altri, in un loop a tratti ossessivo quanto suggestivo, con la batteria di Enrico Morello che scandisce instancabilmente tempi ed assoli. Poi, di colpo, con un tempismo cronometrico, tutti gli strumenti ritornano al brano che sembrava abbandonato, riportando il pubblico sui sentieri più conosciuti e rassicuranti del jazz.
Rava innovativo e a tratti spregiudicato, nel segno di un Festival 2015 che non si accontenta di accondiscendere solo gli spettatori, di blandirli riproponendo grandi classici, ma che realmente si concede ad un’innovazione che caratterizza questo evento come uno tra i più vivaci e di carattere, in equilibrio tra quanto coerentemente si lega alla tradizione e l’attenzione verso forme musicali trasversali ed evolutive. Un segno di come, a 52 anni dall’edizione di esordio, il Festival di Cervo rinnovi la sua longevità.
Giovedì 13 agosto ancora un appuntamento all’Oratorio di S.Caterina, con l’Ensemble Dodecacellos, una parata di 8 violoncelli guidati dal pianoforte di Andrea Albertini, per un’altra suggestione musicale imperdibile.