Funny Games, Storie, La pianista, Il tempo dei lupi, Niente da nascondere, nuovamente Funny Games e Il nastro bianco sono i titoli degli ultimi film (dal 1997 in poi) di Michael Haneke, regista del film che vedremo questa settimana. Il 71enne regista austriaco (ma nato a Monaco di Baviera) non è certamente un regista “facile” ma è senza dubbio uno dei più apprezzati dalla critica, più volte vincitore di premi ai festival di mezzo mondo. Il solo Amour ha vinto qualcosa come una 50ina di premi, tra cui il Premio Oscar e il Golden Globe come Miglior Film Straniero, il Bafta per la Miglior Attrice a Emmanuelle Riva e per il Miglior Film non in inglese, la Palma d’Oro al Festival di Cannes, i 6 Premi César più importanti (Attrice, Attore, Sceneggiatura, Regia e Film), il David di Donatello come Miglior Film Europeo, 4 European Film Awards (Film, Regia, Attore, Attrice). E questi sono solo i principali.
Direi che questo già dovrebbe bastare come presentazione. Aggiungo ancora che la sceneggiatura è, come spesso accade, dello stesso Haneke e il è composto, tra gli altri, da:
Jean-Louis Trintignant: classe 1930!, l’indimenticato Roberto Mariani del film di Dino Risi Il sorpasso (1962), nonché attore in pellicole come Un uomo una donna (1966) di Claude Lelouch, Z – L’orgia del potere (1969) di Costa-Gavras, Finalmente domenica! (1983) di François Truffaut, Tre colori: Film Rosso (1994) di Krzysztof Kieślowski; Emmanuelle Riva: classe 1927!!!, l’anno scorso per questo film era stata nominata all’Oscar. La statuetta è andata poi a Jennifer Lawrence per Il lato positivo ma la cosa curiosa è che la Riva è stata la più anziana attrice a essere candidata nella storia degli Oscar e a farle compagnia c’era anche la piccola Quvenzhané Wallis di Re della terra selvaggia che al contrario, con i suoi 9 anni, è stata la più giovane mai candidata. A prescindere da questa coincidenza, la Riva – attrice ma anche poetessa – va ricordata tra le tante cose per Hiroshima mon amour (1959) Alain Resnais, Kapò (1960) di Gillo Pontecorvo, Il delitto di Thérèse Desqueyroux (1962) di Georges Franju, Andrò come un cavallo pazzo (1973) di Fernando Arrabal, Gli occhi, la bocca (1982) di Marco Bellocchio, Tre colori – Film blu (1993) di Krzysztof Kieslowski.
Isabelle Huppert: vista spesso al Cineforum e vincitrice di tantissimi premi, la Hupper ha recitato in Violette Noziére (1978) e Il buio nella mente (1995) di Claude Chabrol, I cancelli del cielo (1980) di Michael Cimino, La storia vera della signora delle camelie (1981) di Mauro Bolognini, Passion (1982) di Jean-Luc Godard, Storia di Piera (1983) di Marco Ferreri, I demoni (1987) di Andrzej Wajda, Le affinità elettive (1996) dei fratelli Taviani, La pianista (2001) e Il tempo dei lupi (2003) appunto di Haneke, Otto donne e un mistero (2002) di François Ozon, fino ad arrivare ovviamente a Bella addormentata di Marco Bellocchio che abbiamo avuto modo di apprezzare al Cineforum il mese scorso dove intrepreta la ex attrice ritiratasi per prendersi cura della figlia in coma.