Chi intraprende, ancora bambino, il percorso scolastico musicale avvicinandosi allo studio del pianoforte, dovrà inevitabilmente confrontarsi con il modello russo, che rappresenta un riferimento assoluto, particolarmente per questo strumento.
Per comprendere meglio quanto, ancor oggi, una tale differenza possa riverberarsi in un’esecuzione, l’occasione di assistere al concerto di Alexei Melnikov è un’occasione unica. Vincitore del concorso internazionale Konzertum di Atene quando aveva solo 7 anni, della Carl Czerny Competition di Praga, del Festival di Musica Romantica di Mosca e di innumerevoli altri concorsi internazionali, continua a studiare al Conservatorio di Mosca con pianisti del calibro di Dorensky, Pisarev, Nersessian e Lugansky.
Il programma della serata ai Corallini prevede brani di Haydn, con tre movimenti dalla Sonata n. 20 in do minore per pianoforte, op. 30 n. 6, Hob:XVI che, dall’iniziale e contenuta delicatezza si intensificano in un fluire che sfocia nel rondò finale, dall’intonazione a tratti aggressiva. Seguiranno due interpretazioni romantiche per eccellenza, Chopin e Liszt, espressione massima dell’irrequietezza, delle passioni e della dolcezza che caratterizza questa epoca. Chiuderanno la serata la sonata per pianoforte n.6 in La maggiore , op.82 di Prokofiev e la Peer Gynt Suite di Grieg, ultima parentesi romantica del concerto.
Commento finale agli applausi del pubblico del Festival che quest’anno, come raramente è successo, ne ha dispensati veramente molti, segno di un gradimento per le scelte fatte che è andato ben oltre al mero successo di botteghino.