IMPERIA – Ci sarebbe stata una condotta omissiva che avrebbe “concorso” alla morte per annegamento dell’imprenditore dianese Mauro Feola. È questa la tesi accusatoria che sta sempre più prendendo piede nei corridoi dalla Procura della Repubblica di Imperia dove il Pubblico Ministero Paola Marrali, nei giorni scorsi, ha ascoltato e letto le deposizioni di circa 15 testimoni oculari della tragedia che confermerebbero la tesi sostenuta dalla famiglia di Feola: i bagnini Aldo De Notaris, 65 anni, e Caterina Pandolfi, 19 anni, indagati per omicidio colposo e omissione di soccorso, non sarebbero intervenuti tempestivamente per tentare di salvare la vita dell’uomo.
Una tesi che, se fosse confermata una volta consegnata la relazione del medico legale Claude Orengo, porterebbe, con ogni probabilità, alla richiesta di rinvio a giudizio per i due assistenti bagnanti.