Il razzo che il 12 settembre del 2014 colpì al volto Sergio Salvagno durante lo sbarco dei pirati, nell’ambito delle Vele d’Epoca, fu un tragico incidente. Questo il verdetto delle indagini preliminari coordinate dal Pm Marco Zocco e terminate nei giorni scorsi con la notifica all’unico indagato dell’avviso di chiusura.
A sparare il razzo fu il 71enne armatore americano Micheal William Mcinnes. Il colpo partì dalla sua barca a vela “Sif of San Francisco” ormeggiata a Borgo Marina. L’uomo, difeso dagli avvocati Tito Schivo e Andrea Artioli, è ora accusato di lesioni colpose gravissime. È decaduta dunque l’ipotesi di un atto doloso, voluto. A convincere il Magistrato a optare per l’incidente varie testimonianze acquisite nel corso delle indagini, l’analisi dei vari video, registrati quella drammatica notte, da un drone e da diversi cellulari, e la perizia balistica affidata a un professionista dalla quale sarebbe emerso che la pistola lancia razzi, al momento dell’esplosione del colpo, era rivolta verso l’alto e non ad altezza d’uomo. Solo per una tragica fatalità, dunque, il razzo avrebbe poi assunto una traiettoria orizzontale, fermo restando, ovviamente, l’azzardo di sparare un razzo durante una manifestazione affollata di spettatori, senza un giustificato motivo.
L’accusa di lesioni colpose cambia anche la posizione di Mcinness che, per fatti di origine colposa, è coperto da un’assicurazione sino a 6 milioni di euro.
Sergio Salvagno, lo ricordiamo, a seguito dell’impatto con il razzo, ha perso l’occhio destro e ha riportato danni cerebrali irreversibili che non gli permetteranno di tornare a condurre una vita normale.