Istituzioni, fatte di uomini e donne, che sembrano aver l’obiettivo di rendere sempre più difficile la vita dei loro datori di lavoro, i cittadini. I cittadini, che con il proprio lavoro pagano i loro stipendi. Cittadini che nel tempo hanno capito che la parola burocrazia viene prima e conta molto di più delle parole sensibilità, giustizia e umanità.
Lo sa bene Laura, mamma di una bimba di 8 anni con una disabilità di tipo cognitivo, alla quale hanno trasferito la sua educatrice. La piccola, negli ultimi 5 anni è stata a stretto contatto con la sua educatrice, dipendente di una cooperativa che ha dovuto lasciare il posto ad un’altra in forza al comune di Imperia.
Il paradosso è che l’educatrice non è stata licenziata e continuerà a lavorare, con le stesse ore, a contatto con i bambini disabili ma non con Marta (nome di fantasia) perché scavalcata da una sua collega che ha la priorità di scelta sia sul plesso scolastico sia sui bambini da seguire. Un distacco che secondo il neuropsichiatra della bimba sarebbe molto dannoso.
Come Laura ci sono altri 16 famiglie con bambini portatori di handicap che a causa della chiusura di una sezione di un asilo a Porto Maurizio si sono viste, dall’oggi al domani senza alcun preavviso, cambiare gli educatori.
Questa mattina, la signora Laura, combatterà un’altra battaglia, una di quelle che non si dovrebbe neppure combattere, la combatterà per cercare di evitare alla sua piccola un trauma.
Ora ci chiediamo se anche a Imperia la parola burocrazia viene prima della parola umanità. Confidiamo nella sensibilità dell’assessore alle attività educative Fabrizio Risso e in quella del dirigente del settore, la dott.ssa Sonia Grassi, che questo problema venga risolto nei migliore dei modi.
Noi di ImperiaPost seguiremo da vicino la vicenda e aggiorneremo i lettori del suo esito.