Già alle 18.30, poco prima dell’inizio del Consiglio Comunale, la sala consiliare era gremita di persone: commercianti, manifestanti della protesta del 9 dicembre e i rappresentanti del Comitato Cittadino “Davide”, nato proprio i giorni successivi alla manifestazione, e forze dell’ordine. Tutti pronti per quello che si preannunciava uno dei Consigli più “caldi” di tutta l’amministrazione Capacci, ma non solo. E così è stato.
Iniziato in un silenzio surreale, nonostante la quantità di persone presenti, il presidente del consiglio comunale Paolo Strescino ha stigmatizzato uno dei consiglieri per aver diffuso agli organi stampa anticipatamente l’ordine del giorno prima ancora che venisse approvato. Dopo questa piccola ramanzina è intervenuto il Sindaco Carlo Capacci che si è pronunciato sugli accadimenti dei fatti del 9 dicembre, ma anche dei giorni successivi, e sulla Tares.
“ Sono stato assente per motivi di lavoro perchè non faccio il politico di mestiere, ho un lavoro e forse è anche questo il motivo per cui sono stato eletto. I cittadini lo sapevano che potevo essere assente e la mia partenza era preventivata da tempo, lo sapevano anche i capigruppi. Durante la mia assenza mi sono sempre confrontato con gli amministratori. Soprattutto con il Prefetto. Il 9 dicembre, visto gli eventi avevo individuato na possibilità di rientro, ma con il Prefetto e il Vice Sindaco Zagarella abbiamo convenuto che non era il caso. A chi mi ha rimproverato risponderei con una domanda. L’amministrazione in mia assenza nn ha saputo gestire la cosa? Se la risposta fosse no allora avrei dei problemi, ma mi sembra che nessuno si possa lamentare.
Scendendo poi nello specifico degli accadimenti dei giorni della manifestazione, il Sindaco ha dichiarato: “Abbiamo visto una brutta pagina di storia della nostra città e spero che eventi del genere non accadano mai più. L’amministrazione comunale è vicina a chi ha bisogno, ma è lontana da chi cerca di destabilizzare il paese, per fortuna senza riuscirci. Viviamo in un periodo di crisi di cui io non vedo la fine. L’Italia è una paese tecnicamente fallito, dovremmo chiederci il perchè. Raccogliamo frutti di malgoverno da anni. I politici hanno pensato al loro benessere non a quello del paese. Il 9 dicembre mi è sembrato che la manifestazione abbia preso una connotazione particolare. Gli organizzatori si sono dissociati e c’era una regia ben studiata che chiudeva le strade, anche quelle secondarie. Queste persone conoscono in modo millimetrico il territorio, chi era il regista? Cosa ci faceva l’ex sindaco di ventimiglia commissariato per mafia? Cosa ci facevano altre persone che non c’entravano nulla in mezzo al corteo?. Una manifestazione inizialmente ordinata ha ben presto preso una piega assolutamente strana. Avevano lo scopo di distruggere, non riscostruire. Qualcuno, ad esempio, potrebbe rinunciare alla scorta come atto tangibile di risparmio”.
Subito dopo ha preso la parol Zagarella, il Vice Sindaco, raccontando la sua visione dei fatti e facendo un resconto completo dei giorni di manifestazione: “E’ iniziato tutto sabato 7 quando cominciano ad arrivare le prime segnalazioni in merito al 9 dicembre e abbiamo avvisato tutte le forze dell’ordine. E’ iniziata a serpeggiare una preoccupazione generica, ma sono stato rassicurato.
La manifestazione però lunedì è cominciata con la “serrata” di gran parte dei commercianti. Poco prima che il corteo arrivasse sotto il Comune, la Questura decise di chiudere il portone . Sono iniziati poi alcuni prinicipi di rissa in varie vie della città quindi ho mandato una seria mail al Prefetto per assicurarmi della situazione. Ritenendo del tutto inaccettabile una situazione del genere si è chiesto i provvedimenti da effettuare e abbiamo saputo che alle 18 la situazione stava stava per scemare la situazione.
Abbiamo esaminato la situazione con tutte le forze dell’ordine al fine di costituire deterrente per varie situazioni delicate. Il giorno dopo, martedì 10, ricomincia la manifestazione in modo molto diverso dal giorno prima. Diversi i toni, diversi i soggetti: i commercianti che c’erano il lunedì non li abbiamo visti. Il personale andava tranquillizzato e abbiamo dato disponibilità alla Questura di poter ricevere eventuali congregazioni, ma fino al mattino non c’era stata richiesta. Nel pomeriggio, intorno alle 3 la manifestazione è ricominciata e io, che ero uscito, per pranzo, ricevo la richiesta di non avvicinarmi al palazzo comunale. Ci arrivano poi piano piano voci di alcuni disagi da parte di tutta la città e, dal punto di vista dell’ordine pubblico, mi preoccupavano molto. C’erano oggettivamente dei nuclei senza controllo, ma che proprio così disorganizzati non erano. Abbiamo così iniziato a cercare di capire se potevamo dare delle risposte. Mercoledì nuova manifestazione e per certi versi nuova organizzazione. Cambiano i toni e si interrompono i blocchi stradali. Io riconfermo la mia disponibilità a parlare e c’è stato poi il confronto con la delegazione. Ho ribadito che non condividevo il metodo e poi la delegazione si è incontrata con il prefetto“.
Si sono susseguite poi tutte le repliche all’argomento fino al momento in cui la maggioranza inverte l’ordine del giorno spostando le discussioni relative alla Seris e alla Tares a fine serata. La minoranza esce dal l’aula consiliare per protesta lasciando la maggioranza a discutere e approvare da sola i punti all’ordine del giorno precedenti.
A una ripicca ne è seguita subito un’altra con la maggioranza che ha abbandonato l’aula facendo mancare il numero legale. Il consigliere Savioli è rimasto in aula e ha chiesto la verifica del numero legale. I consiglieri comunali di maggioranza hanno deciso di abbandonare l’aula per evitare la discussione delle mozioni sulla Tares e sulla Seris. Grosso ha preso la parola per esporre il proprio dissenso sul comportamento dei consiglieri. “Questa è una grave scorrettezza, è un’amministrazione arrogante, una banda di ridicoli”. Ha fatto seguito una lite tra il presidente del consiglio Paolo Strescino e i consiglieri di minoranza.