Porto di Imperia il pignoramento continua. Secondo alcune fonti giudiziarie il pignoramento dei beni della Porto di Imperia S.P.A. potrebbe molto presto riprendere, già dalla prossima settimana. Lo scorso 23 luglio, gli ufficiali giudiziari del tribunale di Imperia si sono presentati negli uffici della società che gestisce l’approdo marittimo per notificare ed eseguire il pignoramento chiesto dall’Agenzia delle Entrate. La misura cautelare è stata richiesta a seguito di presunte violazioni tributarie della Porto di Imperia S.P.A. per un valore pari a 142 milioni di euro relative agli esercizi 2007-2008-2009-2010. Nel corso del pignoramento, però, non è stato possibile porre sotto sequestro i beni non accatastati: circa 1500 posti barca, gli uffici, i locali commerciali, e le cave nautiche. Ad oggi risulterebbero sotto sequestro l‘auto in dotazione al direttore generale della società Alberto Caprile (già in dotazione al suo predecessore Carlo Conti), alcune scrivanie, alcune sedie e macchine elettriche e un gommone.
Tale situazione potrebbe essere sbloccata con l’accatastamento o tramite altra via che permetterebbe all’Agenzia delle Entrate, oltre a pignorare i beni immobili, di mettere le mani anche sui conti correnti della società. I beni essenziali per la gestione del porto rimarranno a disposizione della porto di Imperia S.P.A. per consentire l’attività ordinaria del porto. Ma per la Porto di Imperia S.P.A. la strada sulla via della salvezza sembra sempre più in salita proprio per la riunione della commissione di vigilanza e collaudo del porto che si riunirà il prossimo 31 luglio, giorno in cui scade la proroga per presentare tutta la documentazione relativa al piano concordatario al tribunale. Secondo alcune indiscrezioni, l’agibilità del porto, anche parziale, sarebbe messa in seria discussione dagli ultimi rilievi effettuati del presidente della commissione Roberto Boni e dagli altri componenti della stessa.