2 Novembre 2024 21:12

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2 Novembre 2024 21:12

“ALCUNE ORE SUL CONFINE CON I “NO BORDERS” E I “MIGRANTI”. L’ATTRICE IMPERIESE LIVIA CARLI DI RITORNO DAL CONFINE DI VENTIMIGLIA

In breve: "Riflettere, farsi domande, fermarsi un momento. Ecco questa è forse l’unica cosa necessaria, urgente, che ciascuno di noi può e deve fare. Non è un problema solo dei governi, di chi sta in alto, è una nuova realtà che coinvolge ognuno di noi".

livia carli no borders

“Alcune ore sul confine con i “No borders” e i “Migranti”

Situazione surreale. Atmosfera di pace. Condivisione. Qui il tempo si è fermato. Persone. Unione. Piccola realtà.

Quel campo così preoccupante e disturbante è tutto qui? Quasi non si vede, nascosto sotto le rocce all’imboccatura della galleria.

Tanti volti. Tutti attenti o comunque presenti all’assemblea. Visi perduti. Alcuni dolci, sognanti, altri induriti da un destino di cui volendo non potrei immaginare neanche i contorni. Si parla, si discute di quello che sta accadendo. Fuori del campo la tensione sta salendo, pare che la polizia stia diventando sempre più aggressiva. Cresce l’opposizione contro coloro che sono lì per aiutare.

Non capisco.

Si chiamano “no borders”: un gruppo di persone, la maggior parte giovani (li riconosco dal colore della pelle uguale al mio) che sono lì per non lasciare sole queste persone, i “migranti”, per aiutarle, per mangiare e dormire insieme, cercare insieme di capire.

Riflettere, farsi domande, fermarsi un momento. Ecco questa è forse l’unica cosa necessaria, urgente, che ciascuno di noi può e deve fare. Non è un problema solo dei governi, di chi sta in alto, è una nuova realtà che coinvolge ognuno di noi.

E che nessuno di noi può più ignorare.

L’assemblea prosegue. Chi desidera parlare scrive il proprio nome su un quaderno e a turno si discute sul presente. La parola spetta a Lorenzo, uno dei ragazzi che sono lì per aiutare, non voglio usare il termine “attivista” o “ esponente di un collettivo o di un centro sociale”, sono stanca di facili etichette e stigmatizzazioni. Qui si tratta semplicemente di essere a fianco di persone che hanno bisogno e di condividere con loro un momento difficile.

La lingua utilizzata è l’Inglese. Lorenzo legge un articolo di un’importante testata nazionale in cui si fa riferimento ad una manipolazione degli Europei nei confronti dei migranti. Un ragazzo di loro che conosce l’Inglese ascolta e poi traduce agli altri. Si discute. Ciascuno espone la sua idea.

Io osservo e intanto ripeto nella mente la parola “manipolazione”, un brivido mi corre lungo la schiena. Dove ha visto la manipolazione il giornalista della famosa testata?

E che persona razzista deve essere per volere vedere questi esseri umani dalla pelle più scura come eterne scimmiette ammaestrate che noi possiamo manipolare a nostro piacimento. Non pensa il giornalista che sia più probabile che con il loro vissuto di sofferenza possano essere più bravi loro a smascherare il nostro pensiero ipocrita di benpensanti dalla pancia troppo piena?

E comunque non sta qui il problema.

Intanto l’assemblea procede, si discute di una probabile manifestazione organizzata da alcuni abitanti di Ventimiglia contro questo presidio di “migranti”.

Resto nuovamente stupefatta.

C’è qualcuno che è ancora convinto che queste persone siano lì per puro divertimento, come se fossero in vacanza in un hotel quattro stelle lusso con spiaggia annessa?

Qualcosa proprio non funziona. Fermarsi e riflettere. Porsi domande. Per non intraprendere azioni sbagliate o prive di senso, azioni ottuse che non portano a nulla.

E mentre scrivo giunge la notizia dei fogli di via nei confronti di una decina di ragazzi che aiutano sul confine: non potranno più fermarsi a Ventimiglia. Mi sembra un sogno o forse un incubo e mi chiedo che senso abbiano oggi i miei trascorsi studi di Diritto, la mia laurea a pieni voti e il mio orgoglio per una delle migliori Costituzioni al mondo se tutte queste leggi oggi non sono in grado di garantire quei diritti che abbiamo creduto parte imprescindibile di ogni essere umano.

Un lungo respiro.

Fermiamoci solo a riflettere un momento. Tutti insieme. Serenamente. Senza paura. Per trovare insieme una strada, per non ricadere negli errori del passato”.

Livia Carli

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