La notizia è arrivata questa mattina, come un fulmine a ciel sereno. L’assicicurazione di William Mcinness non coprirà i danni causati a Sergio Salvagno dal razzo sparato dall’armatore americano nel corso dello sbarco dei pirati nell’ambito delle Vele D’Epoca. L’assicurazione, la Pantaenius, avrebbe dovuto coprire danni per un massimo di 6 milioni di euro, una garanzia per il futuro di Sergio Salvagno che sarà per forza di cose segnato da costanti cure mediche.
“Siamo distrutti – commenta il fratello di Sergio, Fulvio Salvagno – Mi ha chiamato questa mattina l’avvocato per comunicarmi che il legale dell’assicurazione ha specificato che non verrà aperto alcun fascicolo per l’incidente occorso a Sergio in quanto il fatto in questione non è contemplato nella copertura assicurativa”.
“Abbiamo sperato che l’inchiesta penale derubricasse il reato da doloso a colposo proprio per poter godere di un risarcimento fondamentale per poter sostenere le cure mediche di Sergio – aggiunge Fulvio Salvagno – ma è stato tutto inutile. Abbiamo già parlato con il PM Zocco. Siamo davvero senza parole. A questo punto non ci resta altro da fare che far causa all’assicurazione, ma i tempi si allungano e di molto. Sergio invece ha bisogno di cure mediche specifiche ora. Questo è l’anno più importante per lui e invece da 40 giorni è tornato a casa e può beneficiare, con l’Asl, solo di due ore di terapia (fisioterapista e logopedista, ndr), mentre quanto era ricoverato alla Clinica Sant’Anna veniva seguito quotidianamente con terapia specifiche. Tutti i miglioramenti degli ultimi mesi li stiamo perdendo. Io non posso permettermi 3.300 euro di clinica Sant’Anna ogni mese e non so più davvero a chi rivolgermi”.
“Tutto questo – conclude Fulvio Salvagno, con amarezza – avviene mentre Mcinness non si sa neanche dove sia, forse a casa sua a Saint Tropez a godersi la sua casa al mare, e le istituzioni latitano. Solo Assonautica sta dimostrando davvero di avere a cuore la salute e il futuro di Sergio”.