Luciano Acquarone, simbolo dell’atletica imperiese, non poteva trovare modo migliore per festeggiare il suo 85esimo compleanno, che la conquista del record del mondo M85 nei 5000 metri. L’incredibile atleta ha gareggiato ieri a Mondovì e ha conquistato con un fantastico 24’51”33 il record della sua categoria, che era detenuto dall’inglese Gordon Porteus fin dal 1999.
Il longevo corridore esprime tutto il suo entusiasmo nell’intervista che ha rilasciato a ImperiaPost: “Sono veramente contento! – ha detto – E’ una soddisfazione immensa e sono ancora più entusiasta per quello che ho fatto perché sono cosciente di aver appena compiuto 85 anni. Le gambe ci sono sempre, ma non faccio pronostici perché il tempo fa il suo corso. Il fisico può durare un po’ di più o un po’ di meno, ma c’è una durata.”
Quindi per la sua prossima gara non fa previsioni?
“Non posso fare previsioni. La prossima gara sarà La Dieci di Vado” a Vado Ligure, una 10 km su strada. Il record mondiale M85 che dovrei battere è di 54’09”. So di poterlo fare, ma non mi creo aspettative. Sono molto orgoglioso di quello che ho fatto in passato, ma per il futuro, non posso ancora sapere cosa accadrà.”
Lei è stato un grande corridore. Detiene record nazionali e internazionali, e tutto questo lavorando e con una famiglia. Come ha fatto?
“Sì, pensi che sono stato l’unico uomo imperiese a indossare la maglia azzurra nella maratona. Ho gareggiato in tutti i cinque continenti e per 47 volte sono salito sul podio, vincendo l’oro 19 volte. Sono molto orgoglioso dei miei successi del passato, anche se, certo, ci sono stati sacrifici. Il punto è che quando sei appagato, i sacrifici non li senti. Hai fatto fatica, ma sei appagato dal risultato, se se quello non viene, perchè a volte può mancare, sei comunque contento della consizione fisica. Quindi alla fine il sacrificio ti pesa molto meno di quanto la gente possa pensare.”
Lei ha vissuto le molte trasformazioni del mondo della corsa. Come è cambiato rispetto a quando ha cominciato lei?
“Purtroppo il mondo della corsa si è molto ridimensionato negli anni e sta continuando a farlo sempre più, se si vuole una prova, basta vedere le zero medaglie conquistate agli ultimi mondiali di atletica. Non vedo una soluzione a questa situazione e , sarò negativo, penso che andrà solo peggiorando.”
Secondo lei a cosa è dovuta questa crisi?
“Io sono convinto che la rovina di tutto sia il calcio. Non certo per lo sport in sè, ma per l’ambiente che si è creato intorno. Non è un ambiente salutare, ci sono troppi soldi e tutto è legato agli interessi economici. C’è un sacco di malafede e si è perso lo spirito dello sport. Una volta il calcio era vissuto come qualsiasi altro sport, ma oggi ci sono un sacco di pressioni e porta via i ragazzi dalla pratica di altri sport. Ero ad una manifestazione di atletica qualche tempo fa e ho provato una grande tristezza a sentire due ragazzi che avevano appena completato le loro gare e invece che discutere di atletica, parlavano di calcio. E’ solo un esempio ma è indicativo. Purtroppo penso che andrà sempre peggio.”
Lei però non si arrende…
No, io continuerò a correre finché le gambe mi reggono. La prossima sfida è a Vado e la affronterò con lo stesso spirito combattivo.
A cura di Martina Gianfranceschi