“La mafia è influente”. È stata questa la dichiarazione che è costata il rinvio a giudizio con l’accusa di diffamazione a mezzo stampa al presidente della Casa della Legalità Christian Abbondanza e a due suoi collaboratori: Simonetta Castiglion ed Enrico D’Agostino. Le dichiarazioni di Abbondanza risalgono ai tempi delle prime indiscrezioni giornalistiche sulle indagini relative alle presunte infiltrazioni mafiose da parte della ‘ndrangheta nella città degli aranci.
Il Pubblico Ministero Marco Zocco aveva richiesto l’archiviazione motivando che la decisione di querelare Abbondanza doveva essere discussa in consiglio comunale ma di altro avviso è stato il G.U.P. Ranieri che ha respinto la richiesta di archiviazione e ha rinviato a giudizio Abbondanza per diffamazione. Il Comune di Diano Marina è difeso dall’avvocato Torri di Genova e al processo si costituirà parte civile.
“Avevamo fatto una querela – spiega il sindaco Giacomo Chiappori – perché aveva infangato il nome di Diano Marina associandola alla mafia. Noi ci costituiremo parte civile come comune. Non si può infangare il nome di tutto il comune. Se c’è mafia a Diano gli organi competenti devono intervenire. Se tutti a Diano sanno che c’è la mafia, che li denuncino e chi di dovere farà pulizia. Ma non si può associare tutto il comune alla ‘ndrangheta. Diano è una delle più belle cittadine della riviera. La cosa che mi aveva urtato di più è che si sia permesso di infangare il nome di un’intera cittadina. Se quello che dice questo signore è verità, allora interverranno gli organi di competenza. Avevamo fatto chiudere altri due siti ad Abbondanza e poi li ha riaperti, quindi è una causa persa”.