24 Novembre 2024 12:27

Cerca
Close this search box.

24 Novembre 2024 12:27

IMPERIA. IN TRIBUNALE IL “PENTITO” RACCONTA LA RAPINA ALL’UFFICIO POSTALE:”LE PISTOLE CE LE HA FORNITE…” / LE DEPOSIZIONI

In breve: La discussione del Pubblico Ministero e della difesa è stata rinviata al 12 novembre.

rapina diano marina

Sfilano nell’aula Trifuoggi del Tribunale di Imperia i testimoni e i carabinieri di Monza che nel febbraio hanno sgominato una banda di rapinatori lombardi autori anche della rapina avvenuta il 2 maggio del 2014 all’ufficio postale di viale Matteotti a Diano Marina. Davanti al collegio composto dai giudici Bonsignorio, Leopardi e Aschero è comparso Roberto Verdulli, 49 anni di Diano San Pietro, difeso dall’avvocato Giovanni Di Meo, accusato di rapina in concorso con altre tre persone: Giuseppe Ferro, 54 anni di Diano Castello, Maurizio Gigliotti e Cluadio Masiero entrambi lombardi.

La posizione di Verdulli è stata ritenuta marginale dagli inquirenti perciò è venuta meno l’accusa di associazione a delinquere. L’uomo, infatti, è accusato di essere stato uno dei “basisti”, assieme a Ferro, dando appoggio logistico, ospitando i tre malviventi all’interno di una sua abitazione.

Nell’udienza odierna i tre Carabinieri del Nucleo Operativo di Monza hanno ricostruito gli spostamenti e i ruoli che secondo gli accertamenti attraverso gli esami sui cellulari dei malviventi avevano compiuto, compreso quello di Verdulli. A complicare e non di poco la posizione di quest’ultimo è uno dei “pentiti” della banda, Claudio Masiero che in aula ha riconosciuto Verdulli come colui che aveva dato la disponibilità dell’appartamento sottostante al proprio ai tre rapinatori entrati in azione il giorno dopo della festa dei lavoratori.

La rapina era prevista il primo di aprile poi alla fine l’abbiamo dovuta rimandare al 2 di maggio. Ad aprile siamo arrivati a nel dianese il giorno prima e Giuseppe Ferro ci ha fatto vedere il percorso del furgone che avrebbe consegnato il pacco. Quella mattina aspettammo fino alle 10 ma il furgone non arrivò. Siamo arrivati il giorno prima, ci fermammo a pranzo in una trattoria. Roberto abitava a Diano San Pietro, eravamo io, Gigliotti, Roberto e Giuseppe. Roberto era al corrente di quello che avevamo programmato e Giuseppe disse che poi gli avrebbe dato qualcosa. Eravamo sul terrazzo e c’era anche Roberto. La casa era composta da un primo piano che mi pare fosse l’abitazione di Roberto. Feci la conoscenza di Roberto in quell’occasione. Siamo scesi a valle con uno scooter che era situato in un parcheggio vicino alla casa di Roberto. Maurizio aveva portato giù lo scooter un mese prima, il mezzo gli era stato fornito da Giuseppe poi siamo andati ma non è arrivato il portavalori. Io ho partecipato a 5 rapine ma so che il gruppo ne ha fatte altre. 

Il primo maggio siamo venuti qui per organizzare la rapina per il 2 con le stesse modalità concordate per il primo di aprile. Siamo arrivati dalla Lombardia con Gigliotti verso sera a casa di Roberto. La rapina è stata mano armata. Le pistole ci sono state fornite da Giuseppe Ferro che ce le ha portate nell’appartamento dove alloggiavamo. Gigliotti indossava una pettorina e il casco da portalettere che erano già qua. In una delle due occasioni Giuseppe non era presente perché alla sera doveva tornare in carcere, ci accolse Roberto.

Il giorno della rapina all’ufficio postale (2 maggio 2014):

“Ci ha svegliato Giuseppe al mattino presto attorno alle 7 – racconta Masiero – Ci siamo preparati e siamo scesi verso la posta. Io e Maurizio con lo scooter e Giuseppe ci faceva una strada. Ci siamo fermati alla stazione dove c’è un parcheggio. Gigliotti con lo scooter è rimasto lì, e poi quando è entrato il furgone sono entrato anche io. Ero armato ma dovevo solo guardare dove veniva messo il pacco. Quando le guardie sono uscite è entrato Gigliotti, era vestito da postino con la pettorina e il casco. Dopo che Gigliotti ha preso il pacco con i soldi ci siamo allontanati con lo scooter, poi abbiamo lasciato sia lo scooter e le armi in un parcheggio che ci aveva indicato Giuseppe per poi tornare alla casa di Roberto. Roberto non era presente quando siamo tornati. La rapina ha fruttato 45 mila euro che sono stati divisi in tre parti. Giuseppe ha detto che al compenso di Roberto ci avrebbe pensato lui. Siamo partiti lo steso giorno”. 

Le presunte minacce a Masiero:

“Giuseppe Ferro ha riferito a Maurizio che aveva visto la mia foto sui giornali,così mi è stato riferito. “Tanto sei incensurato mi dissero”, non devi fare niente, l’ho presa come una minaccia. “Mi ha detto stai attento perché noi non dimentichiamo, nel caso ti venissero a prendere stai zitto”.

Su Verdulli:

“Con Verdulli abbiamo parlato del più e del meno e si è detto qualcosa della rapina. Lui sapeva di darci un appoggio per la rapina”. 

La deposizione di Roberto Verdulli:

“Nego la mia partecipazione alla rapina. Conosco Giuseppe Ferro tramite la figlia della mia ex che era fidanzata con il figlio di Ferro. Abbiamo organizzato un pranzo e poi è nata un’amicizia e un rapporto di lavoro. Lui faceva il giardiniere e muratore così, visto che sono un artigiano, c’è stata la possibilità di collaborare per fare un pavimento in pietra. Lo conosco dal 2010, abbiamo collaborato anche in campagna per coltivare della terra. Dopo un anno mi ha detto cha aveva un piccolo precedente, credo abbia avuto guai finanziari con una panetteria sul lago di Como.

Nel 2014 aveva avuto dei problemi, doveva tornare in carcere alla sera. Gigliotti l’ho conosciuto tramite Ferro, viveva in campeggio al molo Landini. Nel 2013 l’ho conosciuto a casa di Ferro. Masiero l’ho conosciuto con Gigliotti quando è venuto in Liguria a maggio. Avevamo pattuito con Gigliotti 1000 euro per luglio e agosto per l’affitto del mio appartamento. 

Il primo maggio ero a sparare a Brescia con il tiro al volo, lo stesso giorno c’è un contatto telefonico con Gigliotti. Ci siamo incontrati fuori dal parcheggio del campo da tiro per un saluto. Il primo maggio è arrivato Gigliotti e Masiero. Al mattino del 2 maggio sono uscito presto, non so cosa hanno fatto, l’accordo era quello di lasciare le chiavi attaccate alla porta. Io a Gigliotti portavo solo l’olio non ne so nulla delle armi. Non so perché Masiero mi ha accusato, da Ferro non ho mai ricevuto niente, nessun compenso. Gli accordi con Gigliotti per l’ospitalità erano che non volevo nessun compenso in cambio che lui affittasse l’appartamento a luglio e agosto. Il giorno 2 maggio sono andato in campagna, ci siamo sentiti con Ferro al telefono e poi sono arrivato alla sera ma in casa non c’era più nessuno, le chiavi erano attaccate alla porta.

Quando sono arrivati i Carabinieri a casa mia, io sono caduto dal pero. Mi hanno fatto la perquisizione e trovato delle armi che detengo regolarmente. Ho il porto d’armi, non ho mai voluto le armi a canna rigata, solo fucili da caccia. Gigliotti non mi ha spiegato cosa veniva a fare. Pensavo venisse per fare una visita a Ferro. Con Masiero abbiamo parlato della vista, del panorama, della rapina non abbiamo mai parlato. Del Gigliotti non sapevo nulla, se avesse o meno precedenti penali. Non ho visto consegne di armi”.

La discussione del Pubblico Ministero e della difesa è stata rinviata al 12 novembre.

Condividi questo articolo: