“Nessuna mediazione con chi demolisce la famiglia. Avevamo previsto che non si sarebbero fermati, avevamo previsto che un nuovo testo di legge, sostanzialmente identico al precedente, sarebbe stato riproposto.
La velocità con cui questo testo è stato approntato e l’intenzione di portarlo in aula al Senato senza relatore la dicono lunga sulle pressioni ideologiche delle lobby Lgbt che stanno di fatto imponendo la calendarizzazione del testo di legge, in spregio al milione di persone che il 20 giugno scorso ha invaso Piazza San Giovanni per dire no al disegno di legge Cirinnà, no all’ideologia gender nelle scuole e un sì alla famiglia, l’unica, quella formata da un uomo ed una donna, cellula fondante della nostra società.
Le Sentinelle in Piedi non possono accettare che la distruzione della famiglia sia oggetto di mediazione, non c’è compromesso possibile quando a farne le spese sono i più piccoli. Non esiste mediazione con coloro che in modo ostinato stanno tentando di annientare l’uomo nella sua natura più intima. E a coloro che consentiranno questo sarà chiesto conto da un popolo che non vuole sottostare alla dittatura del politicamente corretto e del compromesso a tutti i costi.
Dopo aver vegliato in oltre venti città nelle ultime due settimane, tra cui Roma con 400 Sentinelle in Piedi in piazza Montecitorio, le Sentinelle in Piedi non si fermano e continueranno a vegliare in una mobilitazione continua che attraverserà tutta l’Italia, per dire no ad un testo di legge che equipara le unioni tra persone dello stesso sesso al matrimonio, apre all’adozione con l’istituto della stepchild adoption e soprattutto spiana la strada per l’abominevole pratica dell’utero in affitto, per cui un bimbo può essere “prodotto” per essere destinato ad essere cresciuto da due adulti che non possono procreare e per questo viene strappato ai suoi legami biologici. Il provvedimento sulle “unioni civili”, dunque, di civile non ha nulla, poiché prevede che il bambino sia considerato come un oggetto da comprare e vendere.
Le Sentinelle in Piedi continueranno a vegliare senza sosta per dire no all’ideologia gender che sta invadendo ogni aspetto della vita sociale del nostro paese nell’assuefazione generale. Attraverso un massiccio bombardamento mediatico che fa perno sul sentimentalismo, ogni giorno veniamo raggiunti da una serie ininterrotta di messaggi fatti per convincerci che l’amore sia solo emozione e che nel nostro paese esista una categoria di persone discriminata e privata dei propri diritti a causa dell’orientamento sessuale, si tratta di una menzogna che si può smontare con il semplice buon senso: non esistono nel nostro ordinamento giuridico diritti preclusi a qualcuno in base alle presunte attrazioni sessuali (che per altro sarebbero eventualmente difficili da dimostrare).
Eppure il buon senso viene sommerso da un’ideologia perversa. Utilizzando le espressioni “gli omosessuali”, “i gay”, “gli eterosessuali”, la cultura del relativismo – diventata ormai dittatura del Pensiero Unico – svilisce le persone definendole in base all’orientamento sessuale e le strumentalizza per fini politici. Se anche la partita politicamente e umanamente sembra perduta, la battaglia va combattuta, ora.
La vittoria, possibile e necessaria, si gioca su un piano più importante: quella di riuscire a preservare la nostra coscienza dalla falsità che ci circonda, quella di non abituarci alla menzogna, quella di affermare la verità. Per questo le Sentinelle in Piedi non smettono di vegliare. Ad un metro di distanza gli uni dagli altri, in una rete che valorizza la presenza di ciascuno, con la propria faccia e la propria storia, all’interno di una rete di amicizia che resiste nella vita di tutti i giorni. Leggendo un libro perché non si accontentano delle informazioni a slogan dei media.
Nelle piazze, luogo dell’incontro per eccellenza, spazio pubblico e quindi spazio di tutti, anzi di ciascuno, poiché ognuno di noi ha la responsabilità dello spazio che gli è affidato e decidere di lasciarlo vuoto significa mancare ad una missione. In silenzio per far emergere la voce della coscienza di tutti, anche di chi viene a contestare, spesso vittima arrabbiata e inconsapevole di essere oggetto di strumentalizzazioni. Non scendere in piazza significa lasciare lo spazio pubblico a chi propaganda una falsa idea di libertà, significa lasciare che l’unica opinione pubblica sia quella che sostiene che ogni tipo di unione può essere famiglia in nome del sentimento, significa permettere che l’unica voce in capitolo ce l’abbia chi illude le persone facendo credere che la felicità sia nella rivendicazione di un diritto costruito sull’orientamento sessuale. La famiglia è troppo importante per stare a guardare mentre viene distrutta, il cuore dell’uomo è troppo grande per cedere alle menzogne del potere”.
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C.S.