4 Novembre 2024 23:29

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4 Novembre 2024 23:29

DIANO MARINA. PROCESSO ALL`EX ASSESSORE BRUNO MANITTA. L’AMMINISTRAZIONE CHIAPPORI SI COSTITUISCE PARTE CIVILE / DETTAGLI

In breve: Un "atto dovuto" da parte della Giunta comunale che si ritrova Manitta in consiglio comunale, con il gruppo "Diano può Cambiare", a fornirgli un appoggio esterno quasi incondizionato.

manitta consiglio

Diano Marina – Da “super” assessore tuttofare a controparte nel procedimento penale che lo riguarda. Stiamo parlando del rapporto tra l’amministrazione Chiappori e l’ex assessore all’arredo urbano e alle manutenzioni Bruno Manitta a processo con l’accusa di peculato, falso e abuso d’ufficio. I suoi ex colleghi di giunta: Cristiano Za Garibaldi, Ennio Pelazza, Luigi Basso e il sindaco Giacomo Chiappori (Francesco Bregolin era assente, ndr) hanno deliberato la costituzione di parte civile dell’Ente nel processo a carico suo di altri tre operai del settore manutentivo. Un “atto dovuto” da parte della Giunta comunale che si ritrova Manitta in consiglio comunale, con il gruppo “Diano può Cambiare”, a fornirgli un appoggio esterno quasi incondizionato. Sarà l’avvocato Giovanni Di Meo del foro di Imperia a rappresentare l’Ente “per un corrispettivo complessivo presunto pari a complessivi € 6.776,15=, comprensivo di 15% rimborso spese forfettarie-generali…”.

La costituzione di parte civile nel procedimento contro Manitta, però, non costituisce una condizione di incompatibilità come altri casi visti in passato. In ordine cronologico quello del consigliere Edoardo Marino (PD) dichiarato decaduto dalla sua carica per un contenzioso legale relativo al rimborso di alcune spese legali sostenute a causa della vicenda, poi archiviata, legata alla commissione d’inchiesta sul caso Bozzano. Un altro caso, sempre a Diano Marina, era stato quello dell’ex assessore, oggi consigliere comunale, Roberto Manduca relativa alle contestazioni mosse da parte della Polizia Municipale all’installazione della pedana del dehor del suo bar. Manduca dovette rinunciare al ricorso per non incorrere nell’incompatibilità e nella conseguente decadenza dalla carica.

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