Passano gli anni, cambiano i gusti e le mode, ma l’ arte e la tradizione agricola degli “spuntoni” per la commemorazione dei defunti del due novembre rimane invariata.
Stiamo parlando ovviamente dell’ Asparagus plumosus , pianta di origine Africana appartenente alla famiglia delle Liliaceae , coltivata nell’estremo ponente ligure da oltre un secolo (le prime piante furono introdotte in Europa addirittura verso la metà del 1800) .
“La tradizione, – spiega Marco Damele di R&B Agricoltura – , che è una vera e propria arte manuale del confezionamento di mazzi è rimasta invariata specialmente nella zona di Camporosso e di Taggia ; in questi giorni i magazzini e le serre destinate alla coltivazione del famoso “ verde “ ( anche se diminuite di spazio e di quantità ) si animano di movimento , ansia ed entusiasmo. I magazzini floricoli diventano laboratori di selezione e preparazione per rendere il prodotto impareggiabile, chi lega le fronde con elastici, chi con la “ rafia “ verde; non può esistere la fretta ; tempo, esperienza e fatica necessaria per creare e modellare un’opera finale unica nel suo genere, destinata ad essere venduta praticamente in tutta Italia per unirsi al crisantemo durante la commemorazione dei defunti del due novembre.
L’ Asparagus plumosus , quando venne portato in Europa, ebbe da subito successo perché apprezzato per la forma elegante e strana delle loro foglie che ben si presta per ornare elegantissime composizioni floreali, molto amato e conosciuto nei paesi nordici europei” .
“Una caratteristica territoriale agricola acquisita , – termina Damele – , che perdura nel tempo e che è importante tramandare alle nuove generazioni, come avviene per la tradizione dei “Parmureli” , le famose sculture intrecciate di foglie di palma”.