“Ieri si è assistito al rituale piagnisteo del duo Capacci-Abbo che, richiamati in modo molto duro dalla Corte dei Conti con una comunicazione pesantissima, hanno, come al solito, dato le colpe a tutti “gli altri”, senza assumesi minimamente le proprie”. A scrivere è il capogruppo di Imperia Riparte, Giuseppe Fosstati, in merito alla conferenza stampa, convocata dal sindaco Carlo Capacci, per fornire chiarimenti sulle considerazioni relative al bilancio comunale espresse dalla Corte dei Conti.
“Non mi interessa e non mi appassiona – Continua Fossati – questa stucchevole e ormai quasi ridicola litania sulle responsabilità di “quelli di prima” per giustificare i propri fallimenti. Trovo però che di fronte ad un atto così autorevole ed inequivocabile, Capacci ed Abbo avrebbero dovuto astenersi dal mistificare la verità ed ammettere a quale rischio stanno esponendo il Comune di Imperia con una gestione del bilancio e delle finanze comunali a dir poco disinvolto.
La Corte dei Conti, è vero, contesta alle precedenti amministrazioni di aver corrisposto indennità di posizione ai dipendenti comunali finanziate con specifici capitolo di bilancio, divisi per assessorati, e non solo con quello generale per la contrattazione integrativa. Ne prendo atto. La Corte, sostanzialmente, censura le precedenti amministrazioni comunali per essere state troppo generose ed aver messo a disposizione ed erogato ai propri dipendenti troppi premi ed incentivi; conseguentemente, chiede di recuperare tale eccedenza.
Si tratta di circa 100.000,00 all’anno complessive, ossia, grosso modo, della stessa somma che Capacci allegramente spende per pagarsi un autista personale, una segretaria personale e, come deciso di recente, anche un “portavoce” personale.
Dov’è la differenza? Prima tale somma veniva ripartita tra 21 dipendenti comunali, per incentivarne e premiarne la produttività, ora viene versata a tre esterni “di fiducia” del Sindaco, assunti senza concorso o selezione alcuna.
Ciascuno può trarre le inevitabili considerazioni sulla condotta delle precedenti amministrazioni e di questa. Sul punto, però, bisogna essere chiari: dal rilievo della Corte non emerge nessun “buco” per le casse comunali o danno per l’Amministrazione Capacci, ma, semmai, un “credito” da recuperare. L’adeguamento ai rilievi della Corte, infatti, non comporterà maggiori spese, bensì, minori spese: una riduzione della erogazione di premi ed incentivi per i dipendenti comunali negli anni a venire.
La Corte dei Conti, però, ha soprattutto censurato e richiamato questa amministrazione, con riferimento agli anni 2013 e 2014, in quanto vi è una “situazione di squilibrio della gestione di cassa con tendenza al peggioramento” (in sostanza si spende più di quanto si incassa), sono state indebitamente utilizzate “entrate genericamente destinate al finanziamento di spesa di investimento per il pagamento delle spese correnti” (un po’ come ricevere del denaro per ristrutturare la casa e usarlo per andare a fare la spesa), vi sono una serie di elementi che “inficiano l’attendibilità del risultato sostanziale di amministrazione con potenziale formazione di un avanzo di amministrazione non veritiero” (ossia i bilanci che hanno proposto ed approvati potrebbero essere “non veritieri”).
Parole che pesano come macigni su questa Amministrazione ma che il duo Capacci e Abbo mostra di ignorare e cerca di nascondere, facendo solo fumo e proseguendo con la stanca e stucchevole litania delle colpe di “quelli di prima”.
“Quelli di prima” avranno anche delle “colpe” (nello specifico aver gratificato ed incentivato molto i dipendenti comunali, se è una “colpa”), però Capacci e Abbo amministrano (si fa per dire) da due anni e mezzo ed i risultati sono sotto gli occhi di tutti, ora anche della Corte dei Conti.