Imperia – Un anno e sei mesi di reclusione (pena sospesa) per procurata inosservanza della pena in concorso. È questa la sentenza del Gup di Reggio Calabria che ha condannato Roberta Sacco, ex segretaria storica dell’ex Ministro imperiese Claudio Scajola nell’ambito del processo che l’ha vista “complice” del tentativo di favorire la latitanza dell’ex Parlamentare di Forza Italia Amedeo Matacena. L’accusa aveva chiesto 3 anni di reclusione ma il Giudice per l’Udienza preliminare avrebbe valutato favorevolmente la collaborazione della Sacco nell’ambito dell’inchiesta.
Alla base della condanna proprio le ammissioni della Sacco relative al famoso fax che avrebbe inviato Vincenzo Speziali, oggi latitante, firmato Gemayel (ex primo Ministro Libanese) che avrebbe dovuto garantire l’immunità a Matacena una volta lasciati gli Emirati Arabi.“Ribadisco quanto ho detto in precedenza, precisando che ho dedotto che le operazioni gestite da Scajola, dalla Rizzo e dallo Speziali si riferissero al Matacena quando ho letto il fax” disse Roberta Sacco durante l’interrogatorio.
Una condanna che pesa e non poco sulla posizione ancora aperta di Scajola e della moglie di Matacena, Chiara Rizzo.
“Presenteremo appello su tutta la linea – ha commentato l’avvocato Erminio Annoni – abbiamo 3 mesi di attesa per conoscere le motivazioni della sentenza. Il pubblico ministero ha chiesto una pena esagerata, 3 anni, per un reato che vede come pena minima 15 giorni. L’aggravante mafiosa è stata comunque esclusa e il rischio carcere scongiurato”.