“Nel più assordante silenzio dei mezzi d’informazione, eccetto i soliti riferimenti “gossipari” di dubbio gusto, si sta svolgendo a Reggio Calabria in questi giorni il processo all’On. Claudio Scajola sul noto caso “Matacena”, di cui, stando all’accusa, avrebbe cercato di favorire il trasferimento in Libano da Dubai, dove si trova latitante”. così il Coordinatore di Forza Italia in provincia di Imperia, Antonello Ranise , in merito al processo a Claudio Scajola sul noto caso “Matacena”.
“Vale la pena – Continua Ranise – per amore di verità e per stabilire un minimo di verità storica, attinente ai fatti concreti e non a fantasiosi teoremi, portare a conoscenza alcuni aspetti processuali al momento del tutto sottaciuti. Secondo quanto affermato in tribunale dal vicequestore della DIA, cito “Non abbiamo mai verificato se (quella) lettera con la firma di Gemayel fosse autentica o meno. Non abbiamo ritenuto di sentire l’ex presidente libanese e fra lui e Scajola non abbiamo mai appurato contatti”. La lettera in questione sarebbe quella in cui Gemayel avrebbe affermato di attivarsi affinchè Matacena fosse ospitato in Libano.
Inoltre, si badi, tale lettera sarebbe stata spedita via fax da una tabaccheria libanese, senza recare alcuna effige o simbolo riferibile allo stato del Libano (!). Si tratterebbe in sostanza di un foglio anonimo, per giunta non firmato per esteso, recante la sola sigla “A”, (che starebbe per Amin, il nome di Gemayel). Ebbene tutto ciò, così come altri passaggi del dibattimento che risultano assai fumosi, è francamente sconcertante. In questi anni abbiamo assistito ad un linciaggio mediatico reiterato, costante, privo di scrupoli, nei confronti di Scajola e della sua famiglia, a fronte di accuse che si stanno rivelando, ad un serio approfondimento nelle sedi istituzionali, prive di reale fondamento. Ancora una volta abbiamo fiducia nella giustizia. Ancora una volta, nel ricordare che Claudio Scajola è sempre stato assolto da tutte le accuse e in tutti i processi, non possiamo non costatare l’enorme discrepanza tra il clamore delle notizie scandalistiche sbattute in prima pagina e la cautela nel riferire fatti seri e circostanziati. Intanto però il tempo passa e ci auguriamo verrà il tempo del risarcimento politico e morale di Claudio Scajola, della sua famiglia e di chi lo ha stimato e lo continua a stimare”.