Si è tenuta questa mattina, presso la sede di SEL in via San Giovanni, la conferenza stampa del gruppo consiliare Imperia Bene Comune per illustrare la mozione, che verrà discussa questa sera in consiglio comunale, contro il piano casa regionale. All’incontro con la stampa erano presenti Gianfranco Grosso, capogruppo di Imperia Bene Comune, Mauro Servalli, consigliere di Imperia Bene Comune, e Carla Nattero, storica esponente della sinistra imperiese. Tre i punti del Piano Casa elaborato dall’assessore all’urbanistica della Regione Liguria Marco Scajola maggiormente contestati.
– La possibilità di edificare con aumenti di volume sino a un massimo del 35% in tutte le zone di parco.
– La possibilità, per chi ha un edificio in un’area a rischio esondazione, di trasferirlo in qualunque area del perimetro comunale, comprese le zone di pregio e di salvaguardia, beneficiando dell’opportunità di aumentare i volumi sino a un massimo del 50%.
– La possibilità di ampliamento del 35% della volumetria degli edifici già condonati.
NATTERO
“La mozione sul Piano Casa è frutto di un lavoro del gruppo consiliare regionale e più in generale di Rete a Sinistra e di Luca Pastorino. Le posizioni che verranno assunte dai singoli consigli comunali fanno parte di una battaglia contro il Piano Casa in atto da circa un mese e che avrà i suoi momenti chiave con le audizioni consiliari del consiglio regionale e con il dibattito in consiglio regionale.
Sono già molte le prese di posizione critiche nei confronti del Piano Casa. Molte associazioni ambientaliste, così come l’INU (Istituto Nazionale Urbanistica, ndr), hanno espresso parere negativo. L’Anci ha approvato il Piano Casa con un voto di scambio, ma con prescrizioni molto rigide, mentre il CAL (Consiglio autonomie locali, ndr) non lo ha approvato. Insomma, si tratta di una battaglia in pieno corso di svolgimento che vedrà un altro momento importante il prossimo 5 dicembre con il convengo di “Rete a Sinistra” sulle tematiche ambientaliste. Nel pomeriggio ci sarà anche un confronto diretto, faccia a faccia, tra Luca Pastorino e Marco Scajola.
Ora, perché questa battaglia sul Piana Casa? Quali sono gli elementi negativi? Il giudizio negativo è condiviso da tutte le opposizioni in consiglio regionale. Si tratta di un piano fortemente cementificatore, che aumenta la possibilità di costruire in una regione, come la Liguria, ormai satura. Basti pensare alle alluvioni. Il turismo in questa regione dovrebbe essere incentrato sulla valorizzazione del paesaggio e non sulle seconde case.
Il Piano Casa Scajola-Toti è un ulteriore aggravamento del Piano Casa di Burlando. Le principali criticità evidenziate sono:
– La possibilità di edificare con aumenti di volume sino a un massimo del 35% in tutte le zone di parco. Un provvedimento che, ad esempio, riguarda anche il parco delle Cinque Terre.
– Chi ha un edificio in un’area a rischio esondazione, lo può abbattere oppure unificare, con la possibilità di aumentare i volumi sino a un massimo del 50%, trasferendolo in qualunque area del perimetro comunale comprese le zone di pregio e di salvaguardia.
– La possibilità di ampliamento del 35% della volumetria degli edifici già condonati. In questo caso si tratta di aggiungere danno a danno.
Tutte queste variazioni portano a un effetto mosaico e a una conseguente ulteriore cementificazione della nostra Liguria. Si tratta di un Piano Casa stilato con un atteggiamento dirigistico da parte della Regione Liguria.
Altro elemento davvero importante, il fatto che questo Piano Casa supera gli strumenti urbanistici esistenti e le regole imposte dagli strumenti urbanistici locali. Un Piano Casa che rischia di essere ancora più incisivo nel comune di Imperia dove gli edifici condonati sono tantissimi e dove il piano regolare è scaduto da cinque anni. In assenza del Puc, il Piano Casa ha massima efficacia.
A Imperia Comune e Provincia stanno assumendo una posizione pilatesca sul Piano Casa. Il grande merito della mozione di Imperia Bene Comune è quello di farli uscire allo scoperto. A Imperia ci sono Governi mai chiari sotto il profilo dello schieramento politico, sempre ibridi. C’è una certa solidarietà territoriale con Scajola”.
GROSSO
“Sono tre i punti del Piano Casa che non condividiamo. Un punto politico, un punto etico e un punto tecnico.
Punto Politico – Il primo provvedimento della Giunta Toti arriva nel campo dell’edilizia, a dimostrazione che l’amministrazione vede nel l’edilizia un volano economico. Il Piano Casa dell’assessore Scajola è in linea con la politica edilizia scajolana di cui la provincia di Imperia è vittima da anni, con disastri che sono sotto gli occhi di tutti. Si tratta di un Piano Casa portato avanti in maniera centralizzata, che svuota di ogni potere le autonomie locali. A questo punto mi chiedo quale sia il ruolo dei Comuni. Zero direi.
Punto Etico – Ci sono due aspetti da valutare. Intanto i condoni. Con questa premialità del 35% premiamo due volte chi non ha adempiuto alle regole. Prima il condono e poi il Piano Casa. Non si può soprassedere al piano etico. In secondo luogo le zone esondabili. La Regione offre una premialità perché i costruttori spostino gli edifici dalle zone a rischio. In realtà dovrebbero spostarsi per la loro sicurezza e non per un incentivo. Non c’è nessuna assunzione di responsabilità.
Punto Tecnico – Il nostro è già un territorio fragile, a rischio sotto il profilo idrogeologico. Rimettiamo in circolo la possibilità di aumentare la volumetria anziché concentrarci su una revisione urbanistica diversa. A nostro avviso il Piano Casa della Giunta Toti è da bocciare.
Questa sera in consiglio comunale i gruppi di maggioranza probabilmente si asterranno. Chi si asterrà, però, non capisce che se c’è un modo per far ripartire edilizia nella nostra città, è quello di fare il nuovo Puc, di mettere mano alla pianificazione urbanistica”.
SERVALLI
“Marco Scajola giustifica il Piano Casa con il fatto che il settore dell’edilizia, in crisi, deve riprendersi. Per dare nuovo impulso all’economia. Guardando a Imperia, però, appare evidente come la crisi edilizia non sia dovuta a una contrazione della possibilità di costruire. Non sono intervenute leggi restrittive. Tutt’altro, è l’opposto. Il settore edilizio è crollato perché ha creato una bolla speculativa che una volta scoppiata ha mandato tutto un sistema in frantumi. È emersa tutta l’impossibilità per il mercato imperiese di assorbire un grado così elevato di cementificazione. Molte categorie edili si sono già dissociate da questo Piano Casa. ‘Non usateci come scusa per i vostri affari’ hanno detto. Non è vero che costruendo di più si rilancia l’edilizia.
Questa è una mozione partorita dal gruppo consiliare regionale di Rete a Sinistra e fatta propria da Imperia Bene Comune. È chiaro che l’ambientalismo e la salvaguardia del territorio vogliono essere battaglie nostre, della Sinistra. Il Piano Casa della Giunta Toti va ad innestarsi su un Piano Casa, quello di Burlando, già molto permissivo in tema di edilizia. L’ANCI e il CAL hanno espresso voti differenti. Gli attori politici imperiesi come hanno votato in questi contesti? Penso ad esempio al Pd e ai Socialisti. Portano avanti la battaglia contro il Piano Casa Toti con le armi spuntate. Capacci, Maria Teresa Parodi e Natta si sono astenuti, i primi due hanno permesso che l’ANCI esprimesse il voto contrario, il secondo che il CAL esprimesse un voto favorevole. Pd e Socialisti sono contro il Piano Casa, ma ci sono molte sfumature, la nostra posizione invece molto netta”.