Una folla commossa si è raccolta questo pomeriggio presso la chiesa di Cristo Re per dare l’ultimo saluto a Federico Masiani, strappato alla vita a soli 17 anni da un male incurabile.
“Il fatto che questa celebrazione sia così numerosa certamente esprime una volontà, una capacità di amare la vita, nonostante la morte, nonostante la sofferenza“. Si è aperta così la toccante omelia di Don Giampiero, che non ha nascosto il profondo dolore per la morte del giovane Federico.
“Una capacità – ha proseguito il sacerdote – di amare la vita e anche i valori della vita umana, la condivisone, la solidarietà, il saper partecipare non solo alle gioie, ma anche alla sofferenze degli altri. Oggi in modo particolare c’è una sofferenza. Questa nostra presenza significativa non deve avere la pretesa di poter dare un senso a quello che stiamo celebrando. Certamente celebriamo l’eucarestia, che ha un senso che Dio solo può dare. Celebriamo l’eucarestia, il suffragio di un nostro fratello, di un nostro fratello fedele, giovane.
Noi non possiamo dare un senso a questa morte, la morte è sempre ingiustizia, e quindi a maggior ragione quando a lasciarsi è un giovane. Non dobbiamo avere la presunzione di essere qui per dare un senso alla sofferenza dei familiari. Insieme possiamo accogliere, annunciarci a vicenda, una parola, una speranza che viene da Dio, dal Vangelo di Gesù. E’ una parola che fa parte della nostra esperienza. Diamo attraverso la parola di Gesù un senso alla morte di questo nostro giovane fratello. ‘Io sono la resurrezione e la vita’. Proviamo a dare un senso, insieme a quel rimprovero che possiamo rivolgere a Dio. Perché Dio è padre e con un padre si può anche discutere, ci si può anche arrabbiare. Lo abbiamo fatto tante volte con i nostri padri terreni. Oggi ci possiamo anche arrabbiare con Dio. Signore, ma se sei presente, perché la morte? Però insieme accogliamo questa parola di speranza. Perché altrimenti è inutile vivere se non c’è questa fede in una vita che vince la morte”.
DON PAOLO
“Non ho potuto accedere al suo sito facebook. Ho trovato solo su Ask un dialogo con una persona che Federico ha avuto qualche mese fa. Perché vi dico questo? Perché ho scoperto un ragazzo profondo, molto intelligente, vivace. Mi ha colpito una cosa. Una bestemmia scritta dall’interlocutore di Federico, e dopo qualche domanda e risposta, una domanda a bruciapelo fatta a Federico. ‘ Ma tu credi in Dio?’. ‘Tu bestemmi?’. E lui. ‘Qualche volta capita, ma ti stupirai, io credo in Dio’. Questo, detto sul web, è un grande atto di coraggio.
Quando oggi gli adolescenti hanno vergogna di dimostrare agli altri, al mondo, quello che credono, quello che sono, per Federico è stato un atto naturale. Quando ho letto quella risposta ho pensato che Federico avrebbe potuto fare tanto nella sua esistenza, non perché credesse in Dio, ma perché aveva il coraggio di dire chi era, senza nascondersi dietro l’anonimato. E Dio padre ce lo ha tolto.
A volte Dio è ingiusto e facciamo bene ad arrabbiarci come diceva Don Giampiero. Ma quella frase dovrebbe risuonare nel cuore dei suoi amici, dei suoi compagni, e far pensare. Lui ha avuto il coraggio di dirlo, molto spesso invece si preferisce ad adeguarsi alla massa. Lui ha avuto il coraggio di dire ‘Io credo in Dio’ e questo rimarrà per sempre. Spero rimanga nei vostri cuori”.
Dopo le omelie dei due sacerdoti, la funzione è proseguita con le lettere della mamma Laura “Hai combattuto come un vero uomo. Hai avuto un’infinita dignità che molti non conoscono”, del fratello Roberto, dei familiari, degli amici e dei compagni di scuola e con una lettura di alcuni pensieri di Federico.
Dalla redazione di ImperiaPost le più sentite condoglianze agli amici e ai familiari di Federico.