24 Novembre 2024 03:02

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24 Novembre 2024 03:02

INSULTI AL MINISTRO MARIA ELENA BOSCHI. L’EX SINDACO ADRIANO RAGNI CHIEDE SCUSA MA NON SI DIMETTE / IL POST

In breve: Ragni ha nuovamente scelto il social network per esternare il suo pensiero, una lettera di scuse, senza però fare alcun accenno alla richiesta di dimissioni avanzata dalla Segreteria del Partito Democratico imperiese.

RAGNI BOSCHI

Imperia –Sento il dovere di esprimere il mio pensiero in merito alla esternazione apparsa sul mio profilo personale di Facebook, ed in quanto resa pubblica, voglio farlo pubblicamente, per questo motivo ho anche chiesto a la stampa di imperia di pubblicare questa lettera”. A scrivere è l’ex sindaco di San Bartolomeo al Mare, oggi consigliere comunale con delega ai rapporti tra i comuni del golfo dianese, Adriano Ragni finito nella bufera a seguito degli insulti espressi nei confronti del Ministro delle Riforme Maria Elena Boschi sul suo profilo Facebook e pubblicate da ImperiaPost. Ragni ha nuovamente scelto il social network per esternare il suo pensiero, una lettera di scuse, senza però fare alcun accenno alla richiesta di dimissioni avanzata dalla Segreteria del Partito Democratico imperiese. 

“Le tragedie che negli ultimi anni hanno toccato anche il nostro Paese, la lunga serie di accadimenti drammatici, che hanno riguardato il mondo del lavoro, la nostra sicurezza, il nostro diritto di sovranità internazionale, il mondo del credito, il futuro dei nostri figli, i diritti acquisiti da chi ha sempre visto nella pensione un nuovo inizio di serenità, mi hanno turbato profondamente sia come politico che come cittadino. Esasperare i toni, usando concetti volgari, anche per un solo momento, ci rende deboli, capovolge i ruoli da accusatore ad accusato, nella vita privata così come nella vita pubblica. In questi momenti di paura, di insicurezza sociale, quando, come è capitato a me, ci si sente traditi, abbandonati, offesi nella nostra dignità di cittadini soprattutto da coloro che ricoprono ruoli a difesa, tutela e rappresentanza di tutti gli italiani, si prova un grande dolore.

Quando ho letto di persone che nuovamente non ce l’hanno fatta a sopportare il peso della sconfitta, della perdita e delle umiliazioni, quando ho letto anche solo una ipotesi di azioni messe in campo per salvare eventuali responsabilità, ho ceduto all’uso della “figura retorica” “dell’auspicio di morte politica”, in modo esasperatamente ermetico e volgare ed ho sbagliato; faccio ammenda quindi per la forma usata nell’esprimere il mio attacco politico e chiedo scusa; innanzitutto alle persone che posso avere offeso, alla mia famiglia, al mio partito di appartenenza che in 20 di politica ed amministrazione credo di non avere mai messo così in imbarazzo, ai miei elettori di tutti questi anni, ai quali ho sempre cercato di trasmettere l’importanza della ragione, del dialogo, della non violenza, anche nei momenti nei quali la lotta per difendere le proprie idee è più dura e decisa; al mio Sindaco e a tutti i Consiglieri del Comune dove sono stato eletto. I modi per lottare democraticamente contro azioni considerate ingiuste ci sono ancora, ed ognuno di noi ad ogni livello, ha il diritto ed il dovere di farlo, ognuno per quello che è in grado di fare, con la forza della ragione, delle motivazioni, con l’impegno quotidiano nella vita pubblica ed anche in quella privata”.

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