“Ancora una volta i lavoratori dell’ASL 1 imperiese sono oggetto di scelte incomprensibili”. A scriverlo è la segretaria della UIL-FPL di Imperia, che cosi continua:
“Da una parte, in barba alla tanta declamata professionalità, la dirigenza ASL taglia i servizi esternalizzati di ristorazione obbligando infermieri ed operatori socio sanitari ad occuparsi della distribuzione dei pasti con le conseguenti ricadute su parte delle importanti attivita’assistenziali a cui dovrebbero essere indirizzati, mentre dall’altra parte dove si parla di progressioni stipendiali di fascia, con interpretazioni paternalistiche unilaterali, si cerca di far passare concetti di alta professionalita’ legando i costi ad un numero prefissato di lavoratori senza tener conto che la quota contrattuale disponibile non e’ di proprieta’ ASL ma dei lavoratori.
La gestione paternalistica potrebbe andar anche bene se fosse quella del buon padre che cerca di dare quello che possiede nella maniera piu’ equa a tutti i componenti della famiglia che lo aiutano a tirare avanti, ma non quella del padre che stabilisce a priori a chi dare e a chi non dare indipendentemente dalla maniera con la quale tutti hanno contribuito al tirare avanti.
Come UIL FPL abbiamo presentato proposte che sulla quota disponibile possono essere effettuati 1400 passaggi di fascia dal 1 gennaio 2015, mentre la parte pubblica, adducendo criteri meritocratici, ne propone solo 1120 e con decorrenza 1 gennaio 2016.
Crediamo, come UIL FPL, che non si puo’ piu’ continuare a far due pesi e due misure utilizzando il poco personale rimasto nelle piu’ svariate attivita’ e dall’atra parte tricerarsi dietro criteri meritocratici. La meritocrazia e’ condivisibile solo dove chi governa fa’ funzionare tutto come un orologio svizzero attribuendo ad ogni figura professionale le proprie competenze e non in situazioni dove chi governa non riesce neppure a garantire ai cittadini utenti, che ricordiamo sono anche i contribuenti, i servizi minimi assistenziali.
La UL FPL non firmera’ mai contratti decentrati che non tengano conto anche delle molteplici attivita’ a cui da anni i lavoratori dell’ASL 1 sono giornalmente chiamati a svolgere per garantire un servizio sanitario minimo alla collettivita’.