Il giorno 21 dicembre 2015 è stato approvato in Consiglio Comunale di Diano il piano di razionalizzazione delle società partecipate dal Comune e tra queste la G.M. Spa e quella riguardante la gestione dell’aeroporto di Albenga.
“Tenuto conto dell’importanza e delicatezza dell’argomento, nonché delle eventuali conseguenze, ci corre l’obbligo – Scrive il Comitato cittadino per la legalità – di intervenire con argomentazioni di natura giuridica e di opportunità economica. La legge finanziaria 2015 prevede la dismissione di tutte le “partecipazioni societarie non indispensabili al raggiungimento delle proprie finalità istituzionali” .
Va detto che il principio fissato dal nostro Legislatore, trova fondamento nelle direttive comunitarie che impongono agli Enti pubblici di : ridurre tassativamente il costo dei servizi (Cottarelli docet) e l’impegno di dimostrare, con apposita relazione descrittiva, che sarebbe una scelta illogica e penalizzante dismettere quelle società partecipate, nel caso in cui i servizi erogati costerebbero molto di più se gestiti da privati in regime di libero mercato. Di queste tassative direttive non vi è traccia nella relazione illustrativa esposta in Consiglio.
Veniamo al caso concreto. Secondo l’Amministrazione la partecipazione nella società che gestisce l’aeroporto di Albenga deve essere dismessa perché gestire un aeroporto non rientra nelle finalità istituzionali di un Comune e, cosa ancor più importante, il piano industriale presentato da un privato è certamente più proficuo di quello predisposto da una società partecipata, tenuto in debito conto che le vie di comunicazione con il nord Europa sono fondamentali per il turismo.
Allora, le stesse considerazioni valgono per la GM. Spa. Infatti, primo: gestire il porto e le spiagge non rientra certamente tra i fini istituzionali del Comune ( nessuna legge lo prevede) ; secondo : con la dismissione della G.M.Spa siamo sicuri che numerose realtà private anche straniere sarebbero interessate a gestire un’attività così lucrosa e turisticamente importante come quella delle spiagge, con la presentazione di piani industriali e soluzioni organizzative magari migliori di quelle attuali e garantendo al Comune un canone per l’affitto di azienda superiore ai 60 mila euro annuali. Quindi due pesi e due misure per realtà molto simili.
Il motivo di questo comportamento è evidente. Da sempre i partiti che hanno governato l’Italia in questi ultimi anni hanno manifestato l’interesse nel mettere le mani sulla gestione di porto e spiagge. Questo lo hanno capito i cittadini, aumentando così quel senso di distacco nei confronti dei partiti e purtroppo anche delle istituzioni, che porta il
nome di “antipolitica” . Da parte nostra auspichiamo che la “Minoranza”, completamente assente in Consiglio, faccia sentire la propria voce di dissenso con idonee controdeduzioni presso la Corte dei Conti Regionale da allegare alla delibera comunale, in quanto il procedimento di razionalizzazione rimane aperto sino al 31 marzo 2016″.